Aperti da 200 anni: ecco come si resiste

Attività aperte da secoli, più antiche dello Stato unitario. Con fortune alterne, ma ancora in piedi. Non sono solo casi sporadici, come la trattoria di fine 1200 o le locande e le osterie del Cremonese e della Bergamasca che hanno superato i 400 anni di vita. Sono molte le attività commerciali antiche. Ci sono i marchi prestigiosi, certo, le gioiellerie e le farmacie. Ma le attività storiche si occupano di ogni genere di settore, e a differenza di quel che si può pensare il segreto sta proprio nell’innovazione più che nella tradizione. E la fortuna coincide con la capacità di anticipare il futuro, più che nella fedeltà al passato.
Questa, per esempio, sembra la strada dei Colombo, che in via Canonica, quartiere Sarpi, da 40 anni portano avanti una cartoleria aperta da 58 anni: «Insieme al rapporto di vicinato e alla fiducia con i clienti da generazioni - spiega Luca Colombo, 45 anni - abbiamo cercato di seguire anche la strada dell’e-commerce, stiamo per partire con la piattaforma bluetooth, insomma il commercio è più complesso di un tempo». Stessa ricetta per la della tabaccheria-bar Grugni, aperta ad Abbiategrasso dal 1947, passata attraverso la ristorazione, la produzione di vino fino agli aperitivi. «Noi abbiamo fatto così - spiega Carlo Grugni, 61 anni, che ha ereditato dalla nonna materna l’attività passata poi ai genitori nel ’55 - negli anni Novanta abbiamo anticipato la moda degli happy hour. Abbiamo cercato di capire dove andava il gusto delle persone, e già 20 anni fa la gente faceva la fila fuori dal locale». «Dedizione, fantasia e sensibilità per i gusti della gente» la sua formula di lunga vita commerciale. É quello che conferma Gianluca Mai, titolare con il fratello di una salumeria-rosticceria aperta nel 1943 in via Savona: «Tutto è cambiato negli ultimi anni - la sua riflessione - noi per esempio abbiamo puntato molto sulle mono-porzioni, per andare incontro al cambiamento del quartiere, dove adesso vivono tantissimi giovani, single o coppie, e dove tanti vengono a lavorare». La crisi si fa sentire: «La gente spende sempre meno, viviamo un po’ tutti alla giornata, a volte va bene altre volte meno bene - riflette Mai - ma è fondamentale, se dovessi dare un consiglio, adattarsi alla zona in cui si opera».
I negozi storici, 247 attività, sono state premiate ieri sera al teatro Nuovo dal presidente della Regione Roberto Formigoni e dall’assessore al Commercio Stefano Maullu. «Queste imprese tradizionali - ha detto Formigoni - sono un ponte prezioso tra antico e moderno, tra identità e innovazione». Una ricetta di tutti ovviamente è la passione. Ne parlano i proprietari del bar Pirovano aperto nel 1926 a Pessano Con Bornago: «I miei genitori - racconta la titolare - hanno dato tutto per il lavoro.

Questa attività quando ha aperto si chiamava posteria e aveva i salami attaccati fuori, poi è cambiata, si è sviluppata, i nostri figli sono laureati e lavorano qui. Le difficoltà sono molte, come la burocrazia». È una croce di tutti, la burocrazia: «Non basta più il tempo - dice Grugni - è più quello che dedichiamo alle pratiche di quello che ci resta per il lavoro».

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