Aperto il fascicolo, l’inchiesta aspetta Napoli

La giustizia sportiva. E intanto Palazzi fa collezione di intercettazioni. Sui reati prescritti si distinguerà fra club e tesserati

È aperto il fascicolo, non ancora l’inchiesta. E nel fascicolo di Stefano Palazzi, grande inquisitore del calcio italiano, c’è la collezione di ritagli di giornali, appuntate tutte le intercettazioni inedite, le poche pubblicate negli ultimi giorni, emerse dal processo di Napoli. L’inchiesta non è ancora cominciata: sarebbe un errore farla a puntate, meglio attendere anche l’udienza del 20 aprile, per collezionare tutto il materiale disponibile accettato dal collegio giudicante, e avere a disposizione le 75 intercettazioni eventualmente ammesse. Solo dopo sarà possibile fare il punto e dare inizio all’inchiesta vera e propria. Nel frattempo, l’iniziativa di Palazzi, di aprire il fascicolo con la data del 6 aprile, risalente al summit con Abete in federcalcio, è la mossa che mette l’ufficio al riparo da polemiche sull’inizio di questo nuovo troncone d’inchiesta. Prescrizione: ecco la materia intorno alla quale la discussione tra giuristi ed esperti del ramo è già aperta. L’interpretazione proveniente dalla federcalcio, che fa da bussola per Palazzi e anche per i collegi giudicanti, è la seguente: nuove intercettazioni relative al periodo che si conclude con il giugno del 2005 sono coperte dalla prescrizione per i club, non invece per i singoli tesserati. E questo anche se nel frattempo, con una riforma del governo del calcio, le lancette dell’orologio sono state spostate in avanti. Viene anche respinta, con decisione, la tesi, accreditata dal gruppo dei legali di Moggi, secondo cui in materia di giustizia sportiva sarebbe possibile realizzare un altro procedimento disciplinare per telefonate intercorse fino al 30 giugno 2005 poiché si trattava di illeciti reiterati. A questo punto la strada davanti a Palazzi è già segnata: nel caso di reati coperti dalla prescrizione, si procede nei confronti di tesserati, per altri non coperti, si procede anche nei confronti dei club, purché relativi a episodi con date successive al 30 giugno 2005. Un capitolo a parte merita invece la questione legata allo scudetto a tavolino, il famoso scudetto di cartone, assegnato da Guido Rossi all’Inter con provvedimento amministrativo. Perciò revocabile in qualsiasi momento, senza alcuna scadenza. Anche perché l’Uefa non ha mai fatto pressioni perché venisse assegnato, al pari di Aigner e dei due presidenti delle commissioni che hanno firmato i verdetti di calciopoli 1. Le bugie hanno le gambe corte. A margine del dibattito, è arrivata da Bruxelles una chiosa di Platini, servita come cavoli a merenda.

In risposta a Galliani, ha detto: «Il ranking Uefa viene deciso solo dai risultati sportivi». Certo. Ma il dirigente milanista ha segnalato che nell’estate del 2006, la partecipazione del Chievo al posto della Juve ha di fatto modificato la resa del calcio italiano. O no?

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