Apocalittica e parolaia, la sinistra è un cabaret

Caro Granzotto, non leggo nessun altro quotidiano al di fuori del nostro Giornale e quindi mi sto chiedendo come la prendono a sinistra con la continua serie di successi, ormai riconosciuti perfino da un mugugnone come Parisi, di Silvio Berlusconi. Abbozzano, come diciamo a Roma, e tacciono imbarazzati? Oppure dicono che con Prodi andava tutto meglio e che se ci fosse Veltroni sarebbe meglio ancora?


La sinistra è giù di corda, caro Corsi. Molto giù. Parlo della sinistra responsabile, della «base». Poi c’è la sinistra sgarzulina, quella dei «sinceri democratici» che, siccome le piace il cabaret, si riconosce nei girotondi e un po’ in Di Pietro, un po’ in Beppe Grillo. Quella sinistra lì, quella sinistra apocalittica e parolaia, freme. Ce l’ha con tutti, con il Cavaliere, questo va da sé, ma anche con Veltroni, con Fassino, con D’Alema e tutta la vecchia guardia. Ce l’ha con tutti e grida al complotto, spauracchio che come la febbre maltese compare e scompare, va a periodi. Il mio politologo di riferimento questo infatti sostiene: che le forze oscure del male, che i poteri occulti, che le forze della reazione ormai infiltratesi anche nelle file del glorioso Partito democratico, anche nelle redazioni dei giornali «liberi e indipendenti», anche a Capalbio, per dire, hanno imposto il silenzio sulle malefatte del Berlusca. Perché noi crediamo che il Berlusca stia governando alla grande, ma la verità è che seguita a far disastri. Solo che nessuno lo dice. Neanche Concita De Gregorio, che pure è in quota rosa, ovvero quella giusta.
Il mio politologo di riferimento è categorico: non si salva nessuno, nemmeno Beppe Grillo, «il nostro Savonarola». Anzi, no, se ne salva uno solo, uno che è uno: padre Alessandro (in arte Alex) Zanotelli. «Silvio Berlusconi - scrive il mio politologo di riferimento - prende per i fondelli gli italiani». Non è vero, ad esempio, che abbia risolto il problema della «monnezza» che sommergeva Napoli e dintorni. I rifiuti, scrive, «non sono spariti ma sono stati nascosti sotto il tappeto». Cosa volesse intendere con questa storia del tappeto, dove sia dispiegato quel tappeto e chi ci cammini sopra non è dato sapere. Ma quel che il mio politologo di riferimento tiene a dire è che quello del tappeto è uno scandalo che nessuno denuncia perché «il governo ha fatto sparire le tv, gli inviati dei media (anche loro sotto il tappeto) e perfino i contestatori» (salvo padre Alex Zanotelli che seguita a contestare, ma seguito da appena «quattro gatti». Quindi non conta).
E chi ha fatto «sparire» i contestatori, chi «le manifestazioni di massa che per un anno hanno contrastato qualsiasi decisione del governo di centrosinistra»? Lui, il Berlusca, in combutta col resto del Paese e dei politici di sinistra.

Dal che se ne deduce che per la sinistra sgarzulina l’Italia è sana, è «sinceramente democratica», è «europea» quando un governo cede a degli scalmanati che impediscono la rimozione dei rifiuti. Ed è regime fascista quando gli scalmanati non li sta nemmeno a sentire e procede - in quattro e quattr’otto! - con l’opera di rimozione. Così parlò il mio politologo di riferimento.

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