Appalti pubblici, la CE indaga sul Campidoglio

Antoniozzi: «Chiediamo a Veltroni di sospendere il provvedimento»

Rita Smordoni

L’Europa raccoglie l’appello di Forza Italia. La Commissione europea, infatti, ha accolto la mozione degli europarlamentari azzurri Alfredo Antoniozzi e Antonio Tajani relativa alla delibera 683 del 2005 della giunta comunale di Roma, inerente la manutenzione e gestione del patrimonio stradale «Grande Viabilità», per un importo totale di 720 milioni di euro. Sotto accusa la presunta violazione, da parte del Campidoglio, della legislazione nazionale ed europea in materia di appalti pubblici. In seguito all’interrogazione parlamentare dei due esponenti di Fi, la Commissione europea ha deciso di procedere alla verifica della documentazione relativa alla gara che il Campidoglio si accinge a bandire per la manutenzione e la gestione di 800 chilometri di strade cittadine.
In base alla delibera, licenziata dalla giunta comunale l’8 dicembre scorso e per la quale non è prevista l’approvazione in consiglio comunale, la concessione avrà la durata di nove anni, prorogabili e sarà affidata ad un’unica società di servizi. «Si tratta - spiega Antoniozzi - di una sorta di “avviso di garanzia” della Commissione europea al Comune di Roma, poiché questa prima decisione dell’esecutivo comunitario costituisce il primo passo verso l’apertura ufficiale di una procedura di infrazione per violazione della legislazione italiana e dell’Unione europea in materia di appalti pubblici».
Il capogruppo azzurro in Campidoglio, Pasquale De Luca, ha avviato le procedure di ricorso in merito alla stessa delibera comunale al Tar, alla Commissione di Vigilanza sugli Atti Amministrativi e all’Antitrust. «L’iniziativa di indagine da parte dell’esecutivo comunitario - aggiunge Antoniozzi - rappresenta un significativo campanello d’allarme per il Campidoglio. Per questo chiediamo al sindaco di sospendere il provvedimento, prima che delle vicende di carattere giuridico possano abbattersi sul Campidoglio. La Commissione europea ha avviato una procedura che potrebbe portare, da qui a tre mesi, alla dichiarazione di infrazione della normativa europea per il Campidoglio».
Oltre ai vizi di legittimità, gli esponenti azzurri hanno segnalato anche l’inopportunità politica di un’operazione che impegnerà il Campidoglio per ben nove anni. «Il vincitore del bando - conferma Pasquale De Luca - si troverà a gestire per nove anni, prorogabili, la somma di 740 milioni di euro, ipotecando così le scelte di indirizzo politico delle future giunte comunali. Senza contare le difficoltà in cui si troveranno i piccoli e medi imprenditori romani, costretti ad andare col cappello in mano a pietire un subappalto». Oltre alla manutenzione, la delibera affida alla società privata vincitrice dell’appalto la vigilanza sulle strade. «L’affidamento è illegittimo - rimarca De Pasquale - poiché gli articoli 11 e 12 del Codice della Strada prevedono esplicitamente che la vigilanza sia affidata alle forze dell’ordine, sia municipali che statali, e a soggetti specializzati, a esempio il personale Anas». A chi si rivolgeranno i cittadini, si chiede Antoniozzi, per eventuali contenziosi che nascono da incidenti per la cattiva manutenzione delle strade? Al Comune o alla società privata?
Altro punto da chiarire è il concetto di gestione delle strade da parte della società privata. La delibera prevede la gestione in senso lato.

Si potrebbe arrivare all’assurdo che sindacati, cittadini, partiti politici debbano chiedere l’autorizzazione per lo svolgimento di una manifestazione alla società privata, con margine di discrezionalità da parte di quest’ultima.

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