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La barca di Greta naviga tra milioni poco trasparenti

I legami tra la flotta "umanitaria" e i cassieri islamisti. E la Lega interroga Bruxelles: "Faccia luce sui soldi"

La barca di Greta naviga tra milioni poco trasparenti
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I legami tra la Flotilla e Hamas si fanno sempre più evidenti e imbarazzano i parlamentari di sinistra che hanno partecipato nei mesi passati alla missione, pur continuando a non prendere le distanze da un'iniziativa che è ormai diventata difficile da giustificare. Come raccontato ieri dal Giornale, nelle carte della procura di Genova compare la Conferenza popolare dei Palestinesi all'estero (definita "braccio di Hamas all'estero"), la stessa realtà di cui faceva parte uno degli organizzatori della Global Sumud Flotilla con a bordo i parlamentari Pd, Avs, M5s.

Nonostante queste evidenze, i promotori della Flotilla non solo non rispondono nel merito ma, dal momento dell'arresto di Mohammad Hannoun, continuano a pubblicare post di solidarietà e sostegno agli arrestati tra cui uno ieri con scritto: "La solidarietà non è terrorismo. La resistenza non si arresta. La solidarietà non si processa".

Nel mentre nuovi elementi dei legami con Hamas arrivano da un report promosso dal "David Institute" intitolato "Dietro la flottiglia - L'alleanza estremista nascosta" secondo cui "la campagna Global Sumud Flotilla, un'iniziativa apparentemente civile ora palesemente legata all'apparato organizzativo di Hamas e alla più ampia rete di resistenza iraniana".

Ma c'è un altro aspetto su cui è necessario fare chiarezza e su cui si potrebbe aprire un nuovo filone di inchiesta: i fondi della Flotilla. Negli ultimi mesi le missioni della Flotilla hanno ricevuto milioni di euro sia attraverso piattaforme di crowdfunding sia con bonifici bancari di cui non è possibile conoscere né l'importo né da chi sono arrivati. Nonostante gli ingenti importi ricevuti, non sono infatti disponibili rendiconti di come sono stati utilizzati i fondi e nemmeno i bilanci.

Per fare qualche esempio, sulla piattaforma Chuffed la Global Sumud Flotilla ha raccolto 3.208.914 milioni di euro mentre la raccolta fondi "Missione internazionale - salpiamo per Gaza" promossa dall'Intersindical Alternativa de Catalunya per l'Italia ha portato 435.633 euro.

La poca trasparenza non finisce qui e riguarda soprattutto la Freedom Flotilla Italia. Sul sito dell'organizzazione non compare né un indirizzo fisico né una ragione sociale né una sede legale, c'è solo un codice fiscale di cui, sebbene risulti attivo dal sito dell'Agenzia delle Entrate, non siamo riusciti a risalire alla visura camerale mentre per le donazioni c'è l'Iban di un conto che, facendo una verifica, risulta essere stato aperto in una banca con sede a Palermo.

Se la sinistra tace di fronte a questi fatti, iniziano ad arrivare le reazioni politiche dei partiti di maggioranza a cominciare da Sara Kelany, responsabile del dipartimento Immigrazione di Fratelli d'Italia: "È evidente che ci sia una regia ben collaudata che vede il multiforme universo dei gruppi pro pal e le sinistre in Europa procedere in un'unica direzione. La causa palestinese spesso è presa a pretesto per ordire trame sovversive ai danni di governi legittimamente eletti". Il riferimento è al partito comunista dei Carc che, dopo la presentazione di un'interrogazione al ministro degli interni Piantedosi su "elementi in relazione ad una possibile strategia eversiva in ottica anti-occidentale e antisemita", ha annunciato una surreale denuncia nei confronti dei parlamentari di Fdi Sara Kelany e Francesco Filini per diffamazione.

Intanto l'eurodeputata Silvia Sardone, vicesegretario della Legaha annunciato un'interrogazione parlamentare: "Ho scritto un'interrogazione parlamentare alla Commissione europea visto che in passato ci sono stati finanziamenti verso realtà

e associazioni collegate ad Hamas per sapere cosa è stato fatto per evitare che possano ripetersi. Ho inoltre chiesto di sapere se ci sono stati approfondimenti sui rapporti tra queste associazioni e la Freedom Flotilla".

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