Appello di Chirac ai genitori dei giovani ribelli

Sarkozy: non mi pento di averli chiamati feccia perché lo sono

Alberto Toscano

da Parigi

Due settimane dopo le prime scintille, l'«intifada delle banlieue» non si è ancora esaurita. Certo la situazione è molto meno drammatica di quattro o cinque giorni fa, ma lo stato d'emergenza proclamato dal governo non è riuscito a riportare completamente l'ordine nelle borgate-dormitorio alla periferia delle principali città transalpine. Soprattutto nell'area di Tolosa e in quella di Lione gli incidenti notturni continuano in una litania di lanci di bottiglie molotov e di sassaiole contro i pompieri che accorrono per spegnere gli incendi. Le auto date alle fiamme sono centinaia ogni notte nell'insieme del territorio nazionale. Idem per i fermi: centinaia di giovani finiscono ogni notte dietro le sbarre. La periferia di Parigi è sorvegliata dalle forze dell'ordine come se il Paese fosse in stato d'assedio (più che d'emergenza). La paura è ancora tanta perché ogni incidente può provocare una reazione a catena di nuove violenze. Per questo il ministero dell'Interno tiene d'occhio i poliziotti, impegnati a fronteggiare le bande di giovanissimi teppisti in giro per la Francia. Ieri otto agenti, sospettati di percosse su un giovane fermato a Saint-Denis (regione parigina), sono stati sospesi d'autorità dal servizio. Un comunicato del ministero annuncia l'intenzione di punire ogni forma di «violenza illegittima». Compresa quella compiuta dalle forze dell'ordine.
L'opinione pubblica è schierata massicciamente per il ritorno alla normalità e per la fine di questa assurda catena di violenze. Ogni giorno ha il suo sondaggio e tutti vanno nella stessa direzione: anche ieri è stato annunciato che i tre quarti dei francesi approvano la norma fondamentale dello stato d'emergenza, ossia la concessione ai prefetti del diritto d'instaurare il coprifuoco. Un altro sondaggio afferma che il premier Villepin, che ha stemperato la propria fermezza con la promessa di aiuti economici per le aree meno favorite del Paese, ha superato nella scala della popolarità il ministro dell'Interno Sarkozy, fautore del ritorno all'ordine a tutti i costi. Secondo il settimanale Paris-Match, tra i due «cavalli di razza» del centrodestra, il 52% dei francesi predilige Villepin e il 44% è a favore di Sarkozy.
I politologi parigini pensano che in realtà Sarkozy si sia sbilanciato troppo a destra lasciando così a Villepin un ampio spazio nella fascia centrista dell'opinione pubblica. Un esempio lo ha fornito ieri sera in Tv lo stesso Sarkozy, che ha detto di non essere affatto pentito di aver parlato di «canaglie» e «feccia». «Smettetela di chiamarli “giovani”: sono della feccia, loro stessi si definiscono così. Questo sono, lo ribadisco e firmo». E al calciatore Lilian Thuram, che si era detto offeso dalle parole del ministro, ha risposto che lui c’entra poco, dato che «da molto tempo non abita più in certi quartieri».
Sui problemi dell'ordine pubblico in generale e sulla situazione delle banlieue in particolare è intervenuto ieri anche il presidente della Repubblica Jacques Chirac, che ha accennato all'argomento in occasione della conferenza stampa finale del vertice franco-spagnolo all'Eliseo. «La mia priorità - ha detto il capo dello Stato - è il ripristino dell'ordine pubblico: ho consacrato tutti i miei sforzi a questo obiettivo, che non è stato ancora raggiunto».

Chirac ha però lasciato intendere che - una volta ripristinato l'ordine - verrà varato un consistente piano di aiuti economici e sociali a beneficio delle aree meno fortunate del territorio francese. Il presidente ha comunque richiamato «a rispettare le proprie responsabilità» i genitori «dei troppi minorenni che, spesso spinti dai fratelli maggiori, hanno partecipato alle violenze urbane».

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