Caro Massimiliano, per come si è evoluto il caso Fincantieri mi verrebbe da dire che i grandi manager di stato non servono più, sono inutili, anzi dannosi, perché talvolta presentano dei piani industriali imbarazzanti e impopolari che poi proprio per queste ragioni obbligano i nostri politici locali e nazionali a stracciarsi le vesti in piazza. Apprendo infatti dai giornali che il dramma Fincantieri è magicamente rientrato, nessuna crisi, da domani tutti al lavoro e il povero (si fa per dire) Ing. Bono (ad Fincantieri), unico capro espiatorio. È inutile a questo punto ricordare a chi abbaia alla luna che la cantieristica mondiale è in crisi, che in Europa si costruiscono sempre meno navi e che queste ultime vengono commissionate nei cantieri dove il costo del lavoro è molto più basso del nostro. In una azienda ben gestita, si imporrebbe un piano di ristrutturazione urgente e improrogabile per riposizionare l azienda sul mercato in maniera profittevole cercando di salvare il salvabile. Questa è stata la, crudele, riflessione dei manager Fincantieri colpevoli di non aver tenuto conto del momento di fibrillazione politica che il paese sta vivendo. C'è qualcuno che può restare indifferente di fronte a decisioni così gravi? Certamente no. Gli operai ovviamente non ci stanno, la piazza non lo vuole, i sindacati fanno muro a prescindere, e in ultimo non lo vogliono neanche le forze politiche di governo essendo queste vicende fonte di grande imbarazzo e tacita ammissione di manifesta incapacità a programmare settori industriali così importanti e allora? Molto meglio lasciare intendere che forse quel manager ha esagerato e che poi per 2500 persone si troverà sempre qualcosa da fare, qualcosa ci inventeremo, prigioni galleggianti, sommergibili atomici, traghetti per far viaggiare più comodamente i profughi che ogni giorno giungono a Lampedusa, limportante ancora una volta è non affrontare il problema oggi per poi inevitabilmente pagarne salate conseguenze domani, Alitalia docet.
Personalmente non posso che rallegrarmi per lo scampato pericolo corso da tutti quei lavoratori che domani torneranno in fabbrica di un umore diverso rispetto a una settimana fa quando si spintonavano con i poliziotti, mi auguro però che gli stessi politici che hanno frettolosamente congelato il progetto di ristrutturazione del dr. Bono lavorino seriamente per trovare soluzioni vere e durature a questa emergenza, altrimenti, rimandata.Presidente Teknit srl
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