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«Appena arriva Natale... pum! facciamo esplodere Milano»

MilanoUn misto di fanatismo e improvvisazione. Perché «non mi interessa più niente, solo il Jihad», e «se solo sapessi confezionare le bombe...». Parlano, Ilhami Rachid e Abdelkader Ghafir. I due marocchini arrestati ieri dalla Digos fanno programmi per il futuro. Attentati. In una caserma, in questura, nei centri commerciali, in discoteca, in ospedale. Anche per la strada, dove «ovunque passi puoi far esplodere la gente che trovi davanti». Con una bomba o con una lama. Tutto fa Guerra Santa. «Ho preso un coltello, e giravo attorno agli italiani in piazza». Parlano, ascoltati dagli investigatori. Decine di intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip milanese Silvana Petromer. Che annota come gli arrestati abbiano in realtà «seriamente individuato possibili obiettivi, eseguito sopralluoghi, discusso e pianificato» le possibili azioni, e «scaricato da internet un manuale di istruzione per la preparazione di un automezzo per un attentato con esplosivo». Per gli inquirenti, non sono più solo conversazioni. Si tratta di un progetto.
Attacco alle autorità
Il 21 novembre scorso, Ilhami («I») e Abdelkader («A») sono in auto. Una «cimice» registra il colloquio.
A: «A Bande Nere (quartiere di Milano, ndr), andiamo là, c’è una caserma di militari».
I: «Dobbiamo andare a vedere».
A: «Ti dico la verità, a me il luogo che piacerebbe fare è la Questura e i luoghi dove ci sono le autorità».
I: «Ma lì non ci sono militari, è meglio colpire carri armati e militari!».
A: «Ma secondo te è meglio colpire i militari piuttosto che i poliziotti?».
I: «Sì, i militari, bastardi, sono combattenti, soprattutto se ci sono i carri armati, sarà bello come obiettivo».
Ancora, il 5 novembre.
A: «Questa caserma la faccio esplodere. È buono se ne porto via 10?».
I: «Dieci? Porta una pistola e li ammazzi!».
A: «Ne devo portare via 300, o 400!».
Un camion, e «pum»!
Fuori dalla stessa auto, pochi giorni prima. Ilhami parla con un indagato. L’argomento è lo stesso. L’attentato alla caserma.
I: «Un camion come questo e pam! È il mio desiderio, un camion pieno di bombe, strapieno».
In un’altra conversazione, interviene ancora Abdelkader. È il 18 settembre scorso. Mancano pochi minuti alle ventuno.
I: «Deve essere tutto pieno di esplosivo tre o quattro tonnellate, con delle bombole di gas».
A: «Sì, quando esplode una bombola a gas distrugge un paesino intero! Puoi farla anche qui?».
I: «Le bombole di gas, quelle sappiamo dove prenderle».
In alternativa, ci sono gli esplosivi.
A: «Si trovano in giro gli italiani che vendono gli esplosivi». Anzi, «gli italiani vendono di tutto».
In ambulanza
Il 30 settembre, a bordo di un’auto. Il camion contro la caserma, ma non solo. Si cercano alternative. Sono le 5 del mattino.
I: «Se trovassi qualcuno che vende degli esplosivi, giuro su Allah, che tenterei di raccogliere i soldi. Due macchine o un camion».
I: «Due camion, uno entra da una parte, l’altro dalla parte opposta».
A: «Oppure un’ambulanza, alcuni prenderebbero uno, lo farebbe entrare legandogli le mani per poi metterlo in qualche posto».
I: «Qualche posto, qualche ospedale pieno di gente, ammazzerebbe tutti, i malati e tutti quanti».
Il parcheggio
Tra gli obiettivi, anche un parcheggio di un supermercato. La conversazione è del 12 ottobre.
I: «È tutto pieno quel posto, vado dall’altra parte con un bidone di benzina, verso tutto e quando torno la secondo volta butto una fiamma».
Lezioni di sgozzamento
Internet è l’enciclopedia. C’è di tutto. C’è quanto basta per nutrire il fanatismo di Ilham e Abdelkader.
I: «Sai, ho un filmato. Se volessi potrei recuperarlo».
A: «Recuperalo, amico mio».
I: «Dura 43 minuti, contiene solo sgozzamenti e basta».
A: «Recuperalo, ti supplico Rachid, registramelo almeno in un dvd».
Il 5 novembre tornano sull’argomento.
I: «Tu prenderesti un coltello e ammazzeresti qualcuno?».
A: Ti giuro che lo sgozzo, maledetto. Rachid, sai che facevo? Ho preso un coltello e giravo attorno agli italiani in piazza, nel 2000. Mi hanno visto i carabinieri, l’ho messo negli stivali. Il coltello era grande così».
Botti di Natale
Il 16 ottobre. Sono le 10 di sera. Si pensa alle le feste.
A: «Li vedrai tutti capovolti durante il Natale, ovunque passi puoi far esplodere la gente che trovi davanti, hai capito?».
I: «A Natale ci sono troppi controlli».
A: «A Natale andrò al Duomo e metterò qualche bomba cinese. Andiamo a cercarle».
I: «Digli che mi servono quelle grandi, per festeggiare il Natale».
A: «Giuro, con cinque o sei fai saltare tutto. Dobbiamo pensarci bene prima... Dio è grande... Pum!».
Jihad, Italia
Fine novembre, le dieci di sera. Gli arrestati sono pronti alla guerra.
A: «Giuro, pratico qui il Jihad, io caro Rachid combatto qui!». E poi, «ho già avuto il consenso di mia moglie.

La vera moglie è quella che ti incoraggia per andare al Jihad».

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