Prima appiccava il fuoco poi chiamava il 115

Interrogato ieri mattina in Procura, il ventunenne avrebbe ammesso parte delle sue responsabilità. Era stato individuato dai vigili dell’VIII Gruppo

Prima appiccava il fuoco poi chiamava il 115

Alessia Marani

Ventun anni, alto un metro e settantacinque, smilzo, biondino, carnagione chiara, una famiglia «sfortunata» alle spalle (il papà scomparso, la mamma malata) e piccoli precedenti per droga: è lui il quinto uomo iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma (gli altri quattro sono indiziati per i roghi del Torrino) perché sospettato di essere uno degli incendiari che dall’inizio dell’estate hanno bruciato oltre duecento tra auto e motorini parcheggiati nelle strade della Capitale. L’avevano denunciato il 22 agosto scorso i «pizzardoni» dell’VIII Gruppo impegnati a coordinare ogni notte nella ronda anti-piromane dalle venti alle venticinque pattuglie per turno. E ieri mattina è finalmente comparso davanti al sostituto procuratore Giuseppe Amato che lo ha interrogato per più di quattro ore, finchè non ha ammesso parte delle sue responsabilità: uno su cinque degli episodi contestati.
La chiave di volta nel comportamento tenuto dal ragazzo in occasione degli incendi di via Genazzano, largo Battipaglia, via Monteforte Irpino, via Fregenti e via Salata avvenuti tra il 16 e il 18 del mese a Tor Pignattara. Il ventunenne, infatti, sarebbe stato visto aggirarsi più volte sul luogo dei roghi da più di un testimone. In particolare, proprio lui che abita con la madre in via Genazzano, avrebbe chiamato il 115 per avvisare i pompieri delle tre vetture (due delle quali alimentate da impianto Gpl) e degli altrettanti scooter che avevano appena preso fuoco alle tre della notte tra il 16 e il 17. Non solo. Davanti agli uomini del comandante Antonio Di Maggio appena due notti dopo nella caserma di via Cambellotti compare di nuovo lo stesso personaggio. Troppe le coincidenze. I vigili lo prendono a verbale come persona informata sui fatti. Il 22 sera, invece, scatta la denuncia dopo una perquisizione nella sua abitazione. Stando a indiscrezioni, gli agenti della municipale, infatti, avrebbero raccolto ulteriori elementi utili alle indagini, probabilmente parte del «kit» che il presunto piromane avrebbe utilizzato per appiccare i roghi. Al Prenestino, quartiere dov’è cresciuto, il ventunenne è conosciuto come un tipo piuttosto «strano».

«S’aggirava spesso da solo di notte per il parco di Villa Gordiani - raccontano alcuni ragazzi - aveva problemi di droga e comunque appare più come un disagiato che come un delinquente abituale».
Intanto, nella notte tra domenica e lunedì sono andate in fumo altre tre auto (una per corto circuito), due motorini e un furgone abbandonato, rispettivamente a Boccea, Torre Spaccata, Tor Di Quinto e Gianicolense.

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