Apple e Intel danno la scossa alla ripresa

Le banche piangono ma computer, smartphone e gli spuntini rapidi targati Mc Donald’s vincono a Wall Street la sfida dei conti trimestrali. Se venerdì scorso Bank of America ha visto i propri ricavi contrarsi del 20% e ieri Morgan Stanley ha registrato utili in calo del 48% (riduzione generata dalle perdite della joint venture con Mitsubishi ma comunque inferiore alle attese degli analisti tanto che il titolo è salito in Borsa), le cose sono andate molto meglio per Apple e per il gigante dei microprocessori Intel. E dunque nonostante gli effetti catastrofici dello tzunami in Giappone e i venti di crisi sul debito degli stati sovrani le aziende sono riuscite a superare le previsioni degli analisti. Negli Usa la stella resta il titolo Apple che ha visto triplicare il suo valore (da sotto i 100 ai 351 dollari di ieri) dal lancio dell’iPhone del 2005. E anche l’ultima trimestrale brilla grazie all vendite dello smartphone. Negli ultimi tre mesi infatti sono oltre 18 milioni gli iPhone venduti a cui si aggiungono 4,7 milioni di iPad e 3,8 milioni di pc Mac. Il risultato è stato un incremento dell’utile del 95%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a 5,99 miliardi di dollari. Record anche per il fatturato salito dell’83% a 24,67 miliardi, il 41% del quale generato negli Stati Uniti, superiore alle previsioni degli analisti che attendevano un giro d’affari di 23,4 miliardi. La voglia di iPhone, giunto al modello numero 4, ha rivitalizzato anche i conti di Verizon (utile a 1,44 miliardi), il gestore di telefonia mobile Usa partecipato da Vodafone che da febbraio ha affiancato negli Stati Uniti At&t per la distribuzione dello smartphone e in due mesi ne ha venduti 2,2 milioni. E il successo del cellulare che tutti vogliono, e di cui si attende in ottobre la versione numero 5, ha portato al rialzo anche la trimestrale di Qualcomm, il produttore dei chip (ossia il cuore) dell’iPhone (ma anche di altri cellulari) il cui fatturato è salito del 46%. Del resto la settimana aveva aperto in maniera positiva, negli Usa sul fronte dei conti, grazie a Intel, il supercolosso dei chip che ha visto i suoi profitti crescere del 29%, un segnale molto positivo per tutta l’industria tecnologica dato che circa l’80% dei microprocessori inseriti nei pc, desktop e notebook, a livello mondiale sono prodotti nelle sue fabbriche.
I risultati di Intel hanno fatto da volano anche per alcuni produttori nostrani di microprocessori come StM, quotata a piazza Affari e alla tedesca Infineon che hanno chiuso la settimana di contrattazioni in rialzo. In realtà a tirare la volata nei conti di Intel sono state le forti vendite di chip dedicati ai server ossia ai grandi sistemi per le aziende. E infatti anche Ibm, ormai specializzata solo in grandi sistemi per le aziende, ha presentato buoni conti trimestrali grazie proprio alle maggiori vendite dei suoi server che ha fatto crescere i profitti del 10%.
Al di là del settore banche e tecnologia Mc Donald’s, ossia la maggior catena di ristoranti self service del mondo, ha visto utili in aumento dell’11%.

Ieri anche Nokia, il maggior produttore di cellulari al mondo, ha consegnato i conti con fatturato in aumento del 9% ma utili in calo come la quota di mercato de telefonini venduti, passata dal 33 al 29%. Il titolo è però salito dell’1,81%.

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