Aprilia, è caccia ai tre complici

Non cambia l’ipotesi di reato a carico di Davide Mariani: il tabaccaio che la notte tra lunedì e martedì ha sparato dal suo balcone e ha ucciso uno dei ladri che avevano svaligiato il suo negozio resta indagato per omicidio volontario. Ma Mariani incassa la solidarietà della sua categoria, mentre l’esame autoptico sul cadavere di Daniel Margineau, il 22enne romeno ucciso dal colpo di fucile, sembra offrire elementi che ricalcano la storia raccontata dall’indagato nel suo interrogatorio.
L’autopsia infatti, effettuata all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina dal dottor Gianluca Marella e alla presenza del perito balistico Martino Farniti, secondo il sostituto procuratore Vincenzo Saveriano «conferma la versione di Mariani». Il colpo che ha raggiunto il giovane romeno alla schiena è stato sparato dall’alto verso il basso e da destra verso sinistra, quindi è compatibile con il racconto fatto dall’indagato, che ha detto di aver sparato dal balcone verso i sacchi di stecche di sigarette. «Per il momento l’impianto accusatorio non cambia - ha dunque concluso il magistrato - e resta l’ipotesi di omicidio volontario, valuteremo poi tutti i profili giuridici della condotta».
Intanto, ieri, ha parlato anche la sorella di Margineau, Mioara, chiedendo giustizia per la morte del ragazzo. «Anche se uno sbaglia non deve finire così - ha commentato - è morto un ragazzo di 20 anni: stava fuggendo, non era armato. È inammissibile quello che è successo». Ma la Fit, la federazione nazionale dei tabaccai, difende l’indagato, e ha reso noto che coprirà le spese legali per Davide Mariani. Una decisione condivisa dal presidente della federazione provinciale di Latina dell’organizzazione di categoria, Antonio Rocco. «È una scelta giusta. A Latina le nostre tabaccherie sono sotto assedio e quanto purtroppo accaduto ad Aprilia è il risultato di una lunga serie di fatti delittuosi a danno della categoria.

Siamo esasperati - conclude Rocco - tanto che più volte abbiamo denunciato la gravità del fenomeno al Prefetto, chiedendo un maggior controllo del territorio».
Proseguono nel frattempo le indagini per ritrovare i tre complici di Daniel Margineau, identificati grazie alle riprese delle telecamere a circuito chiuso della tabaccheria, ma al momento ancora latitanti.

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