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LiverpoolDopo quasi due anni di passerelle ai Saloni dell’auto in ogni angolo del pianeta, e forte di migliaia di fan che l’hanno già prenotata, Range Rover Evoque è finalmente in strada conservando inalterato il fascino che sprigionava sotto i riflettori. La personalità del crossover inglese, coraggiosamente disegnato da Gerry McGovern, è fortissima, perché, nonostante conservi un profondo legame con i valori fondamentali del brand, guarda decisamente al futuro con l’ambizione di diventate in breve tempo un cult. Lunga 4,36 metri, larga 1,96 e alta 1,63, la Evoque si presenta con due carrozzerie, una classica e dinamica a cinque porte, e una più sportiva Coupé a tre porte, con la quale il blasone britannico conta di conquistare un più vasto pubblico femminile.
All’inizio del prossimo anno Evoque sarà disponibile - prima volta per una Range Rover - anche a trazione anteriore, ma per ora, e in particolare per i cultori delle straordinarie esperienze off-road che Land e Range Rover possono far vivere, il crossover britannico schiera la classica trazione integrale con giunto Haldex, il Terrain Response e le nuove sospensioni «adaptive» MagneRide, un combinato di tecnologie che garantisce il massimo in fatto di handling, stabilità, tenuta di strada e comfort in ogni condizione di marcia.
Sono tutti a quattro cilindri i motori scelti per Evoque, a benzina (2.0 Si4 da 240 cv) e turbodiesel (2.2 Td4 da 150 cv e Sd4 da 190 cv) che possono essere abbinati a un cambio manuale a sei marce o a un automatico a sei rapporti (optional sulle versioni diesel, di serie sulla Si4). Per gli equipaggiamenti si parte dal livello Pure, con prezzi da 35.400 euro, per salire, con 8.300 in più, al livello Dynamic, e con altri 800 al livello Prestige (top di gamma la Si4 Prestige a 49.500 euro). Questi i prezzi delle versioni a cinque porte, per le corrispondenti coupé, forse perché più trendy, bisogna aggiungere altri mille euro. Vastissimo è il programma di personalizzazioni studiato da McGovern perché ogni cliente possa costruirsi l’Evoque su misura, esclusiva e impeccabile come gli abiti cuciti dai sarti londinesi di Savile Row. Il nostro viaggio inaugurale a bordo dell’ultima nata di Land Rover (alla quale il passaggio, tre anni fa, da Ford al gruppo indiano Tata, ha fatto decisamente bene), costruito secondo il collaudato format «Ride and Drive» (poco asfalto e tanto offroad) ha preso il via da Anglesey, l’isola gallese sul mare di Irlanda dove Maurice Wilks, nel 1947, nella sua farm in mezzo alla brughiera, iniziò a progettare la prima Land Rover. Pochi chilometri di strada normale e poi via attraverso i monti della Snowdonia, su pietraie e in mezzo al fango, e ancora discese da vertigine superate senza dover fare praticamente nulla, perché tutto è automatico e basta spingere qualche pulsante.

E infine autostrada fino a Liverpool, da esplorare anche nel sottosuolo, nel buio più assoluto di un tunnel ferroviario da tempo non più utilizzato e abbondantemente allagato. In ogni momento del viaggio, indipendentemente dalla motorizzazione, l'Evoque ha dimostrato di possedere, pur con la sua linea snella e ricca di glamour, tutte le solidi doti delle più compassate sorelle maggiori.