Bergamo. È lultima di una anno che ricorderemo a lungo, la Nazionale italiana saluta il 2006 che lha vista trionfare nella notte di Berlino, riportando in Italia una coppa del Mondo che mancava da Spagna 1982. Unultima esibizione che si è un po persa nelle celebrazioni, nei cambi, ben otto più i portieri e nel carattere assoluto dellamichevole.
Quando larbitro svizzero Busacca fischia la fine della aprtita resta forte la sensazione che giocare contro i campioni del mondo resti molto stimolante per i nostri avversari che trovano subito grandi motivazioni. Diverso per gli azzurri e questo era il pericolo maggiore del ct Donadoni che aveva catechizzato i suoi sulle difficoltà di un impegno da non prendere assolutamente sotto gamba: «Ma non dovete pensare che sia stata una partita deludente - ha risposto il ct subito dopo il fischio finale -. La Turchia è una nazionale molto esperta, è forte fisicamente e brava tecnicamente. Dietro sono molto prestanti, a centrocampo hanno preso spesso il gioco. Ma non mi sembra sia un passo indietro rispetto alla gara con la Georgia, i turchi sono più forti». E allontana i dubbi sullimpegno degli azzurri: «Tutti hanno messo spirito e voglia contro un rivale che non ci lasciava avanzare, noi abbiamo avuto solo tre occasioni ma anche loro non ne hanno avute molte». Di Natale ha segnato un gol rocambolesco: «Sì, ho avuto fortuna - risponde - ma loro ci pressavano molto».
Aquilani è felice per il suo esordio ma si sente amareggiato perché avrebbe voluto incidere di più: «Ero emozionato e volevo entrare subito in partita, peccato, spero di avere altre occasioni. Totti? Rispettiamo le sue decisioni, spero di giocare in azzurro con lui, ma spero soprattutto di continuare a vestire questa bella maglia».
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