Roma - Ha dovuto aspettare 40 anni. Ma, alla fine, superando i veti posti da un genitore troppo severo, è riuscita a convolare a giuste nozze. All'età di 60 anni. A bloccare le aspirazioni di una donna saudita a essere moglie è stato un «athl», ovvero un solenne divieto imposto dal defunto padre: non avrebbe mai dovuto sposare un uomo non proveniente dalla sua stessa tribù d’appartenenza. La storia è stata raccontata oggi dal quotidiano locale saudita «al Watan».
L’athl è una norma tribale assai diffusa nel Regno saudita e l’imposizione di questi divieti è una prerogativa riservata ai maschi che esercitano il diritto di patria potestà sulle donne, in base ai dettami della «shariya», la legge islamica. Interpellata dal quotidiano locale, mentre si trovava al tribunale di Gedda, dove è stato firmato il contratto di matrimonio, la donna ha raccontato: «Sono rimasta senza matrimonio per tutto questo tempo, perché mio padre non voleva farmi sposare. Con me sono rimaste nubili le mie sorelle minori (57, 48 e 44 anni d’età)».
La donna ha precisato anche che, dopo la morte del padre, 26 anni fa, in famiglia c’è stata «una certa apertura», ma «per poter accogliere proposte di matrimonio» ha dovuto attendere «la morte dell’ultimo zio», che per diritto transitivo aveva acquisito il potere di decidere sul destino delle nipote, divenute 'orfane'. La donna, dopo avere ricordato una gioventù di sofferenza, «chiusa da sempre in casa», ha anche rivelato che il padre, «faceva venire insegnanti a casa per insegnare il Corano, non permettendoci di andare a scuola».
E ha denunciato: «Sono molte le donne nelle mie condizioni». Circa l’ormai inatteso «principe azzuro», ha affermato: «Sulle prime ero titubante, ma mi hanno convinto le sue figlie che mi hanno decantato le sue virtù». Il novello sposo ha 80 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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