Parigi - Tre morti e uno o due feriti gravi. Questo il drammatico bilancio di una sparatoria contro un gruppo di cittadini francesi, ieri in Arabia Saudita, lungo la strada tra Tabouk (all’estremo Nord-Ovest del Paese, presso la frontiera giordana) e la località storica di Medina. Il gruppo comprendeva tre adulti (un insegnante liceale e due tecnici), tre donne, un ragazzo e due bambini. Due uomini sono morti sul colpo, uccisi dai proiettili degli autori dell’agguato. Un terzo ha perso la vita in ospedale e il ragazzo, 17 anni, è in ospedale tra la vita e la morte. Le autorità del Paese mediorientale siano parche di dettagli, la tesi dell’attentato terroristico sembra non avere alternative credibili.
La memoria dei francesi va al maggio 2002, quando undici loro compatrioti - dipendenti di una società di costruzioni navali, impegnata nella collaborazione col Pakistan - persero la vita a Karachi a seguito di un attentato terroristico. Evidentemente la linea anti-intervenzionista, seguita da Parigi a proposito dell’Irak, non basta a garantire i francesi dalle iniziative dei gruppi del fanatismo islamico. Dal punto di vista di questi ultimi, la Francia merita ostilità sia a causa della sua presenza in Afghanistan al fianco degli Stati Uniti sia per il rigore con cui cerca di imporre entro i propri confini le regole della laicità. Quando, nel 2004, due giornalisti francesi vennero sequestrati in Irak, i loro carcerieri chiesero a Parigi il ritiro (che ovviamente non avvenne) della legge che proibisce il velo islamico (così come tutti gli altri simboli religiosi) nelle scuole pubbliche.
Per ora le autorità francesi cercano di ricostruire la dinamica dell’attacco di ieri. Le vittime sono cittadini francesi di religione islamica ed erano diretti alla Mecca per l’Omra, il «piccolo pellegrinaggio». Erano partiti in auto da Riad e stavano compiendo un viaggio turistico verso il sito archeologico di Madain Saleh, vicino al confine giordano. Le loro due auto sono state oggetto di un nutrito tiro di armi da fuoco mentre facevano una sosta nella zona di Medina, in pieno deserto. Si sono fermati lungo l’autostrada come se fosse la cosa più normale del mondo. Questione di sgranchirsi le gambe. Ma qualcuno aveva seguito i veicoli.
Da un’altra vettura i colpi di fucile mitragliatore sono partiti all’improvviso, raggiungendo le vittime mentre mettevano piede a terra. Il ministero saudita dell’Interno ha confermato la morte dei tre francesi, ma parla di un solo ferito. Secondo le agenzie di stampa francesi, che citano fonti diplomatiche, i feriti gravi potrebbero invece essere due. Gli autori della sparatoria si sono allontanati senza essere disturbati da nessuno. Le autorità di Riad hanno organizzato un’imponente caccia all’uomo. Si ignora il numero degli attaccanti. Certo i colpi di fucile mitragliatore sono stati sparati dall’interno di una sola automobile, ma è probabile che un altro veicolo della banda degli aggressori fosse presente.
Lo scorso 8 febbraio un sito internet vicino all’organizzazione terroristica al Qaida aveva affermato che «l’obiettivo dei mujaheddin è la purificazione della penisola saudita dai pagani e dalle basi crociate». In realtà i francesi, vittime dell’attentato, erano musulmani, ma occidentali. E tanto sembra essere bastato a farli classificare come «crociati».
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