Sabrina Cottone
Gabriele Albertini ha tanta voglia di andare a vedere Dracula, lopera rock della Pfm che è uno degli spettacoli di richiamo degli Arcimboldi. Non lunico, perché nel giro di due mesi per il teatro alla Bovisa è stata messa su una stagione di assoluto livello. «Poteva essere unenorme catastrofe» dice lassessore alla Cultura, Stefano Zecchi, cioè colui che ha voluto e accettato la sfida di inventare senza troppi fondi «qualcosa di simile alla City Hall di New York», ovvero un luogo dove la lirica convive con il musical, il jazz, la musica da film e anche gli spettacoli per bambini.
Invece di una catastrofe arriveranno nomi di richiamo come Woody Allen, Uri Caine, Joan Baez, Mark Knopfler e opere di danza contemporanea quali Giselle rossa di Boris Eifman e Rise and Fall con Sylvie Guillem. Il logo è Tam, «tutta unaltra musica», e lidea che sta dietro è quella di un luogo nuovo, aperto al classico ma dinamico, di qualità e popolare, attento al pubblico giovane. «Con questo cartellone finisce la sudditanza al Piermarini, gli Arcimboldi si liberano dellappellativo di Scala bis e diventano un grande teatro regionale» dice il sindaco.
La platea di riferimento è diversa da quella della Scala, a partire dal prezzo del biglietto: costo medio trenta euro, con un massimo tra i cinquanta e i sessanta e la tariffa più bassa di cinque euro (dedicata a studenti, anziani e lavoratori). «Nello spirito del teatro, a alta vocazione culturale e popolare, abbiamo deciso di tenere contenuto il prezzo del biglietto» dice Zecchi. Il costo complessivo di gestione del teatro è di 4 milioni di euro, coperti con 2 milioni già stanziati dal Comune e circa 1,7 tra biglietteria e sponsor (al momento soprattutto Alcatel).
Fondamentale per realizzare il cartellone è stata la cooperazione con il Piccolo Teatro di Sergio Escobar, che continuerà anche nella comunicazione, e il lavoro del sovrintendente Paolo Arcà, che ha coordinato le cinque fondazioni che si sono unite per costruire gli Arcimboldi: oltre al Piccolo, la Scala, i Pomeriggi Musicali, lorchestra Verdi e la Fondazione Pierlombardo. Una sinergia che è una novità assoluta nel panorama artistico cittadino, costellato più spesso di liti e particolarismi che animato da una visione comune. «Lo facciamo per Milano, basta con le risse parapolitiche» spiega Escobar. Andrée Ruth Shammah, responsabile del Pierlombardo, rivendica le buone intenzioni: «È la prova che sappiamo dare e non solo chiedere. I teatranti, che tutti considerano persone grette e non disponibili, rispondono». Stéphane Lissner, sovrintendente del Piermarini, ritiene questa collaborazione la prima di una lunga serie: «Voglio aprire la Scala alla città e questa è stata unoccasione. Gli Arcimboldi sono un grande teatro, per lacustica e la visuale è uno dei migliori teatri dEuropa».
Arcà, che era direttore artistico della Scala al momento della nascita degli Arcimboldi, tira un sospiro di sollievo: «Ho contribuito a farlo aprire, sarebbe stato un peccato non tenerlo aperto». Invece aprirà e la prima sarà il 7 dicembre.
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