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Aria di nuovo derby a Milano: Benitez firma, Allegri è vicino

L’Inter: "Preso un vincente. E a cifre ragionevoli". Galliani: "Arriverà quando si libererà dal Cagliari"

Aria di nuovo derby a Milano: 
Benitez firma, Allegri è vicino

Milano - Benitez c’è, Allegri ci sarà. Per il nuovo allenatore dell’Inter garantisce il contratto firmato ieri (2 anni). Per il futuro allenatore del Milan ci ha pensato Galliani. «Sarà certamente lui, quando, e se, si libererà dal Cagliari». Quel “se“, infilato di straforo, serve solo a soddisfare la vanità di Cellino, presidente del Cagliari con il vezzo del protagonismo. Milano ha trovato i suoi Papi del futuro. Forse non è un caso che tutto sia stato chiarito prima dell’inizio del mondiale (Benitez sarà presentato martedì per evitare di farsi togliere spazio dalla partita dell’Italia). Forse non è un caso che proprio Milano tracci una via ben definita: l’Inter si affida ad un allenatore “number one“, che non ha nemmeno in simpatia lo “special one“ ma saprà certamente proseguirne l’opera (cominciata da Mancini, meglio non dimenticare). Il Milan prova con una linea giovane e giovanile, non avendo molto altro cui attingere. «E Pato è incedibile», ha confermato Galliani.

L’Inter affida la sua internazionale ad un tecnico spagnolo, serio, preparato, credibile come la sua nazionale che, stavolta, si presenta ai mondiali da Campione d’Europa e con la speranza di far bottino. Benitez alla guida dei campioni d’Europa: tutto fila nella logica calcistica. In tal senso il sito della società non ha badato a mezzi termini. «Arriva uno dei signori del calcio europeo, uno dei pochi che costellano di vittorie i palmares delle squadre di cui sono alla guida». Evvai! Non sia mai che qualcuno continui a cullarsi nella nostalgia canaglia di Mourinho. A proposito, Mou dovrà inviare un assegno da 25 mila euro alla commissione disciplinare: lo ha multato per le parole a ruota libera dopo la finale di coppa Italia, con la Roma, per i sospetti sollevati sul Siena. E altrettanti ne toccheranno alla società nerazzurra. Così il conto è completo. Fosse rimasto in Italia, forse Mou non se la sarebbe cavata a buon mercato.

L’Inter è andata sul sicuro, il Milan prova il brivido: Allegri, che di nome fa Max, è un emergente e rappresenta il cuore odierno del nostro calcio che cerca forze nuove, anche fra i tecnici. I tre santoni della panca sono all’estero: uno ha vinto il campionato con il Chelsea, l’altro ci tenterà con l’Inghilterra, il terzo (Mancini) spera nel futuro ed ha chiesto Balotelli all’Inter. Risposta: non se ne parla, nonostante le titubanze del giocatore. Battuta di Moratti: «É apprezzato e va bene». Il Manchester City non avrebbe badato a spese per Supermario: pronto ad offrire qualunque cifra che superasse le altre eventuali offerte.

Ma di questo, e degli altri, parlerà Rafa Benitez che, a Liverpool, sta chiudendo il suo castello, e ieri ha spedito il procuratore a firmare il contratto, dotato di clausole e clausola rescissoria. É forse il contratto a più breve durata firmato da Moratti (fatta eccezione per i rimpiazzi in corsa), ma il segnale che anche il patron sta cominciando a risparmiare sulle spese inutili. Ormai conosce se stesso: oltre ai due anni fatica a sopportare un allenatore. Con Benitez arriverà Amedeo Carboni, che lavorò con lui al Valencia ed ora si occuperà di consigliarlo sul mercato. Lele Oriali dovrà farsi più in là e riciclarsi in altro ruolo.

Comunque sarà vita dura per Benitez: nemmeno Guardiola col Barcellona è riuscito a replicare il “triplete“ dell’anno prima. L’Inter, pur tanto forte e pronta ad essere rafforzata (Mascherano e Kuyt , dice Rafa. «Ibra? Lo stimo, ma ormai la squadra è impostata diversamente», fa sapere Moratti), dovrebbe fare un miracolo. Anche se, ormai, è abituata a stravincere. Lo ha dimostrato nel benvenuto a Benitez. «Viene all’Inter mentre il pallone italiano annuncia restrizioni e rinunce, ma i bilanci sono materia di chi li sa trattare. Si può avere Benitez e non rinunciare alla ragionevolezza delle cifre. Basta saperlo fare». E qui Moratti si è tolto il sassolino dalla scarpa.

Le accuse d’essere uno sfrenato spendaccione gli sono sempre più indigeste. Soprattutto se arrivano dall’altra sponda di Milano o da qualche politico. Stavolta ha giocato alla Mourinho: difesa, contropiede e sfrontatezza.

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