Aria di Tibet nella nuova danza

La rivoluzione copernicana del movimento e la fisica dei corpi del XXI secolo hanno un nuovo teorico, almeno nella danza. È Shen Wei, coreografo dagli occhi a mandorla nato nel ’68 da una famiglia cinese di artisti dell’opera, e residente a New York da 14 anni. La sua compagnia, la Shen Wei Dance Arts - portatrice sana di rappresentazioni fantasiose, interdisciplinari e interculturali - inaugura domani in prima europea all’Auditorium Parco della Musica (in replica sabato 7 h 21) la quinta edizione di «Equilibrio» il festival della nuova danza di Giorgio Barberio Corsetti. Il programma, suggestivo e progressista, assembla due pezzi apparentemente antitetici tra loro: RE (part 1) e Map. RE, come le prime due lettere di rinascita, ripensamento, ritorno, è di matrice chiaramente emotiva; Map come la cartina del movimento strutturata in 7 sezioni geometriche, è un pezzo più ragionato. «RE part1 è il tassello di un trittico che sarà proposto integralmente negli Stati Uniti quest’estate - dice il coreografo, regista e pittore sinoamericano - s’ispira a un viaggio in Tibet fatto nel 2005. L’idea del movimento che guida i danzatori prende l’avvio dal respiro, dalla forza di gravità e dalle emozioni che ho provato entrando in Tibet». Uno speciale mandala multicolore, formato da brandelli di carta colorata invece che da granelli di sabbia, sarà distrutto dai performer sul palco per rappresentare la vita fisica e il mondo in cui tutti i viventi tornano agli elementi, per non morire mai. «RE è frutto dell’ispirazione della cultura tibetana, delle persone incontrate e delle emozioni provate nel mio soggiorno. Non c’è nulla di politico nel pezzo: è solo movimento che rispecchia bellezza e quiete". Dai canti buddisti tradizionali, interpretati dal monaco Choyin Dolma come colonna sonora di RE, si passa al minimalismo della musica contemporanea di Map, il secondo allestimento in programma. Pezzo stilizzato sulla geografia melodica di The Desert Music di Steve Reich. «Aspettatevi di vedere i danzatori muoversi con modalità nuove. Map è la mia nuova idea di moto, qualitativamente diversa rispetto a quella dei lavori passati».

Sviluppato su tecniche che esplorano i concetti di rotazione, salto, isolamento e movimento individuale interiore, Map è costruito sul potere dei corpi e sul ritmo musicale: «è una danza astratta che sbalordirà il pubblico. Fan compresi».

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