Parigi«È una specie di metamorfosi, come la muta del serpente oppure il passaggio da crisalide a farfalla» racconta Armani poco prima di far sfilare la collezione Privè della prossima estate sul pavimento a scacchi bianchi e neri del Grand Palais di Parigi che fa risaltare magnificamente il leitmotiv cromatico dei capi: un sontuoso punto di verde chartreuse. Intanto in sala Jessica Chastain riceve la nomination agli Oscar 2012 per The Help, il commovente film di Tate Taylor in cui interpreta la parte della frivolissima Clelia Foote. Sulla testa di Cameron Diaz e delle altre dive in prima fila sembra spuntare un fumetto con la domanda: «quale di queste meraviglie si metterà per il red carpet?».
L'invidia è quasi palpabile anche perché gli abiti da sera sono uno più bello dell'altro con un sottile gioco tra tagli e decori che evocano sul corpo femminile tutta una serie di creature mitologiche come serpenti, salamandre, coccodrilli o scarabei reali fino alle sirene cibernetiche del gran finale. Presi nella rete luccicante che il più famoso dei nostri stilisti utilizza per dare tridimensionalità ai capi, i classici motivi animalier diventano quindi il pretesto per evocare un mondo di pura fantasia dominato da quel prezioso colore a metà strada tra giallo e verde. In un giacchino interamente ricamato a cristalli e paillette ricorda il guscio iridescente dello scarabeo, nella piccola cappa a fiori di taffettà fa pensare alle alghe del mare mentre sulle scaglie di plastica che a migliaia ricoprono l'abito da sirena evoca la luce filtrata dai vetri delle certose medioevali da cui la tinta prende il nome. Difficile anche se bellissima la forma delle gonne da giorno riprese all'altezza delle ginocchia per dare quel passo lento e solenne che solo le miliardarie si possono permettere ai giorni nostri. Del resto stiamo parlando di alta moda e lo stesso Armani dichiara che questi vestiti devono avere un allure poco democratica: «se ne vedranno due nel mondo ad andar bene, non sono fatti per le donne normali ma per quelle che hanno una vita così speciale da poter realizzare tutti i sogni». Re Giorgio esprime poi il desiderio che l'Italia torni presto a sognare e si dice educatamente contrariato per la plateale scortesia dei francesi che una ne fanno e cento ne pensano per creargli qualche difficoltà. Stavolta gli hanno concesso un'ora scarsa per far truccare, pettinare e vestire le sue modelle mentre Chanel si è presa l'intera mattinata per fare lo stesso lavoro. Inutile dire che les affaires sont les affaires e un concorrente come Armani fa molta paura nella capitale della couture che in ogni caso non esisterebbe senza noi italiani.
Esemplare in questo senso la strepitosa collezione di Riccardo Tisci per Givenchy con l'idea della donna-animale ripresa dagli anni tra il '20 e il '30 nella visione modernista di film come Metropolis di Fritz Lang oppure Aelita, il muto tratto dall'omonimo romanzo di Tolstoi. «Ci sono volute 350 ore di lavoro in atelier per tagliare, numerare e ricostruire sul tulle illusione tutte queste scaglie di coccodrillo» spiega il giovane couturier davanti allo spettacolare modello da sera indossato da Stella Tennant con tanto di anello al naso e orecchini talmente giganteschi che per sostenerne il peso bisogna nascondere un cerchietto di ferro tra i capelli. Micro perline applicate a mano perfino sulla fodera della gonna da sera nera, cascate di cristalli e ricami spettacolari sulle esili silhouette care ad Ertè, coccodrillo trattato come seta e viceversa: dopo sette anni come direttore artistico di questa storica maison, Tisci si guarda dentro e scopre un nuovo vocabolario per il linguaggio segreto della couture. Lo stesso si può dire dell'alta gioielleria di Van Cleef&Arpels che oltre a dedicare la collezione alla stagione degli amori di rondini, uccelli del paradiso e colibrì, lancia l'idea di una scuola aperta al pubblico per raccontare il mestiere dietro al sogno, l'arte dei grandi gioiellieri.
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