Un’Armani lunatica fuori dall’Europa

Milano in rimonta si aggrappa a un supplementare prima di arrendersi ai lituani. Siena ko a Belgrado

Oscar Eleni

da Milano

Uscire dall’incubo e tornarci (95-101) dopo un supplementare preso non si sa come da una squadra malaticcia che recita, ma non sa davvero quale sia la sua testa e quale la coda. Armani fuori dall’Europa dopo averci fatto vedere il peggio, sotto anche di 17 punti, travolta con un parziale di 19-0 nell’imbarazzante secondo quarto, quello della resa e della frustrazione. Ora diranno che l’Olimpia ha avuto almeno occhi da tigre. Difficile crederlo. Gli occhi della redenzione erano quelli di Vukcevic, ma sembravano spiritati, era alla sbarra, maledetto lui come tutti i nuovi acquisti, da Galanda, che ha un motore che non tiene i giri alti, a Bulleri che proprio non riesce a liberare la testa, impalpabile in difesa, senza senso del bersaglio quando tocca a lui fare qualcosa (4 su 16). Non parliamo poi di Preston Shumpert, entrato in quintetto, ma sparito presto, con un rifiuto ad entrare per dolori ad una gamba, assente negli ultimi due tempi.
L’Armani che dopo essersi redenta nella caccia libera, sfruttando la tenerezza della befana lituana, trovando da Schultze la speranza, da Fajardo il miracolo che può capitare se hai gente di cuore, ha dovuto affidarsi al quasi ceduto Cavaliero e allo scomunicato Vukcevic che si è inventato 15 punti che ormai non attendevi più perché sembrava tutto finito nella impotenza a rimbalzo, nella disperata reazione di qualcuno, dopo aver succhiato il meglio da Calabria e Coldebella.
Finisce male, fra i litigi, con la recita del volersi bene, anche se poi sappiamo tutti che non è così e, purtroppo non sarà più così. La gente è divisa, chi è orgoglioso di Lino Lardo lo scrive sugli striscioni, chi non accetta il re tentenna Corbelli glielo manda a dire, chi non sopporta Natali capisce che in questo caos il suo zampettino ci deve essere sicuramente e i nuovi acquisti lasciano perplessi, non danno tanta speranza.
Le tribune non hanno più la stesse facce dei giorni del vino e delle rose, resta l’interista Cambiasso a fare il tifo contro i rossoneri di Vilnius che da novembre ad oggi hanno fatto i passi avanti che invece la Milano tanto attesa si è quasi rifiutata di compiere. La verità è che con queste lacerazioni si torna al clima dei giorni poveri, quelli delle radici consumate dalla poca moneta. Il clima che si respirava era proprio questo, brutto segno, un po’ triste. Ora ci diranno che la rimonta vuol dire orgoglio, noi crediamo che sia stata la squadra di Spahjia a fare qualche concessione per leggerezza, sbagliando ben 20 tiri liberi, perdendo 21 palloni. Il meglio dei rossoneri di Vilnius seguiti dai loro tamburi lo abbiamo visto a rimbalzo, con Javtokas che ha caviglie esplosive e manina buona dentro l’area, ma non quando le spalle sono pesanti e devi liberarti con i liberi (6 su 16 imbroccando quelli finali, comunque). Svanisce il sogno di una seconda fase europea, svaniscono tante cose in una notte dove il pilota Lardo ad un certo punto sembrava paralizzato, dove tutti si guardavano intorno fino a quando qualcosa è scattato, ma non è stato abbastanza.

Domenica qui al Forum arriva Varese, perdere ancora potrebbe voler dire chiudere davvero la stagione di un allenatore che ora è circondato, che non ha tanti amici nel consiglio che lunedì deciderà tutto adesso che l’eurodente è stato sputato fuori. Corbelli davanti ai tifosi, circondato dalla gente, parla di sfortuna. Una canzone triste. E ko pure Siena: 75-73 a Belgrado col Partizan.

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