Washington - La Commissione Affari Esteri del Congresso apre la crisi diplomatica fra Stati Uniti e Turchia: per i senatori infatti, tra il 1915 e il 1917 ci fu un "genocidio" degli armeni. Crisi che l'amministrazione Obama aveva fatto di tutto per evitare. La Commissione ha votato il testo a strettissima maggioranza, 23-22. I deputati hanno deciso di procedere con la votazione nonostante la messa in guardia dell' amministrazione a non compiere un passo che avrebbe messo in difficoltà le ottime relazioni tra Washington e Ankara. Ma l'invito è caduto nel vuoto e i risultati dal punto di vista diplomatico sono stati immediati: mentre l'Armenia esulta per il voto della Commissione, la Turchia fa sapere che richiamerà in patria il suo ambasciatore a Washington. E questo nonostante il presidente a Barack Obama avesse parlatocon il presidente turco Gul, invitandolo a proseguire sulla via della normalizzazione dei rapporti tra Turchia e Armenia.
La decisione di Washington E' questo il quadro emerso a Washington al termine di una giornata che ha visto l'amministrazione giocare su due fronti. Da un lato la Casa Bianca ha confermato la telefonata di Obama a Gul. Dall'altro lato, il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha chiamato il Congresso per chiedere di evitare di mettere ai voti un testo in cui si parla esplicitamente e senza giri di parole di "genocidio armeno". Immediata da Ankara è arrivata la notizia che la Turchia richiamerà in patria il suo ambasciatore. I motivi della protesta sono di carattere storico: per i turchi la parola "genocidio" non esiste. Le decine di migliaia di morti in Armenia tra il 1915 e il 1917 furono la conseguenza di una guerra civile, non di un genocidio premeditato e sistematico, come invece sostengono gli armeni.
La politica della Casa Bianca "Il riavvicinamento tra Turchia e Armenia è uno dei nostri obiettivi" aveva detto il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. Per questo Obama aveva detto a Gul che "é importante" che il Parlamento turco "passi i protocolli per la normalizzazione dei rapporti firmati a Zurigo nello scorso ottobre - ha detto Gibbs -. Ma la Casa Bianca riconosce che la questione armena, che dura da quasi un secolo, non è di facile soluzione".
Obiettivo degli Usa è "fare progressi". Proprio per questo Hillary Clinton aveva chiamato il presidente della Commissione Affari Esteri della Camera, Howard Berman, per chiedergli di evitare il voto. Ma la Commissione, seppur spaccata, ha votato ugualmente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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