MilanoSi era tanto speso per far ottenere a quel detenuto il lavoro esterno, che quando lui è scappato, lha presa come affronto personale. Così per 26 giorni, finito il lavoro, ogni giorno il vice comandante degli agenti penitenziari andava a cercarlo, fino a quando ieri mattina lha sorpreso a spasso in centro.
È finita così la latitanza di Pasquale Romeo, 35 anni, tossicodipendente, che, forse per amore, si è giocato la permanenza a Bollate, carcere a «cinque stelle». La struttura diretta da Luciana Castellano, è infatti allavanguardia in Italia per il trattamento dei detenuti che possono contare su corsi professionali, spazi di socializzazione e soprattutto ampi margini di libertà. Una struttura riservata a personaggi a fine pena oppure già avanti nella strada del recupero.
Romeo cera finito dopo aver tentato di uccidere a revolverate Massimo Merafina, 45 anni. La vittima si riprese alla perfezione e nel 2009 ammazzò a coltellate la ex compagna con il figlio in braccio. In carcere era diventato un detenuto modello, da meritarsi laffido in prova in una comunità di recupero, dove però si era innamorato di unaltra ospite. Cosa tassativamente proibita, per cui era stata subito cacciato e rispedito dietro le sbarre.
Qui il vice commissario Antonino Giacco, aveva preso a cuore la sua vicenda e gli aveva fatto a avere il lavoro esterno, pulire la caserma delle guardia fuori dalla cinta muraria. E l11 agosto lui ne ha approfittato per filarsela con un altro detenuto, preso dopo un paio di giorni, in cerca della sua bella.
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