Alessia Marani
Ancora un arresto eccellente nellambito dellinchiesta romana sulle Asl: milioni di euro «dirottati» dalle casse della sanità regionale nelle tasche di imprenditori privati e funzionari pubblici e politici compiacenti. Alla sbarra, ieri mattina, è finito Antonio Palumbo, 63 anni, ex direttore dellazienda ospedaliera San Filippo Neri e della Asl Rm G, e attualmente a capo dellospedaliera «Pugliese Ciaccio» di Catanzaro. I carabinieri di via In Selci lhanno prelevato allalba dalla sua casa romana. Secondo le indagini dei pm Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri, Palumbo sarebbe responsabile, in concorso con politici e amministratori pubblici - già arrestati in precedenza - di peculato e corruzione per un atto contrario ai doveri dufficio e falsità materiale commessa in atti pubblici. Lo scopo? Quello di accreditare la Ikt di Giuseppina Adriana Iannuzzi, meglio nota come «Lady Asl» e del marito Andrea Cappelli, presso altre Asl, elevando il budget erogato dalla Regione a valori «stellari» (sette miliardi di vecchie lire) e favorendo il gruppo imprenditoriale nella scalata allex Ipab San Michele, la clinica «fantasma» da 200 posti letto a Tor Marancia, ristrutturata coi soldi per il Giubileo e poi non utilizzata. Fatti che stando allinchiesta si sarebbero svolti dal 1997 al 2005, iniziati nell«era Badaloni», poi proseguiti secondo un cliché ben collaudato durante la gestione Storace. Palumbo, in particolare, sarebbe stato il mediatore per conto di Lady Asl nella distribuzione delle «mazzette» agli uomini «chiave» nel consiglio di presidenza della Pisana per lapprovazione di delibere «pilotate» e, dunque, favorevoli allaccreditamento della Ikt. Lex numero 1 della Asl Rm G, dietro «compenso», si sarebbe occupato di «oliare» Mario Mazzocco, ex manager della Asl Rm A e Bruno Cisbani, ex direttore generale della Asl Rm B, perché usufruissero anche le loro aziende del «servizio» gestito da Iannuzzi-Cappelli. Palumbo, infine, avrebbe avuto un ruolo ben preciso nel far convergere la volontà del consiglio regionale affinché fossero affidati alla Ikt anche 168 posti letto del Policlinico Tor Vergata. Il coperchio sul pentolone bollente delle Asl romane era stato scoperto nellestate 2005 partendo dalle analisi incrociate di fatturazioni emesse e pagamenti realmente effettuati dalle Aziende sanitarie capitoline, in primis Rm B e Rm C.
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