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Arresti per traffico d'armi Iran protesta con l'Italia Frattini: no insinuazioni

Dopo il fermo di due iraniani per traffico d'armi la protesta ufficiale del regime di Ahmadinejad: convocato l'ambasciatore. "Arresti manovra politica, rilasciateli subito". Frattini: "Respingo con fermezza le insinuazioni di Teheran"

Arresti per traffico d'armi 
Iran protesta con l'Italia 
Frattini: no insinuazioni

Teheran - L'ambasciatore italiano in Iran, Alberto Bradanini, è stato convocato al ministero degli esteri di Teheran che gli ha trasmesso una protesta ufficiale per l'arresto di due cittadini iraniani nell'ambito di un'inchiesta su un presunto traffico di armi. Lo riferisce l'agenzia Irna. L’Iran giudica "una manovra politica" l’arresto dei due cittadini iraniani nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di armi. È quanto ha detto il ministero degli Esteri di Teheran all’ambasciatore italiano Alberto Bradanini. Da parte sua il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran ha definito gli arresti "un nuovo disegno dai fini ambigui. Seguiamo seriamente la vicenda - ha aggiunto il portavoce -e l’ambasciatore italiano a Teheran è stato convocato per dare spiegazioni sulla questione".

Il rilascio L’Iran ha chiesto l’immediato dei due arrestati. Lo ha detto il ministero degli Esteri di Teheran all’ambasciatore italiano. I due iraniani arrestati, insieme a cinque italiani, sono Hamid Masoumi-Nejad, 51 anni, giornalista della televisione iraniana accreditato da anni presso la Sala stampa estera a Roma, e Ali Damirchilu, di 55 anni, arrestato a Torino. Gli inquirenti hanno fatto sapere che altri due iraniani risultano latitanti.

Frattini: niente insinuazioni "Respingo con fermezza qualunque insinuazione iraniana sull’ uso strumentale dei recenti arresti da parte della magistratura italiana". Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, replica alle dichiarazioni arrivate oggi dall’Iran riguardo agli arresti di cittadini iraniani nell’ambito dell’inchiesta per traffico di armi in corso a Milano. "L’Italia si fonda sulle regole e sui principi dello Stato di diritto, in base ai quali la magistratura è indipendente dal potere esecutivo - ha aggiunto il ministro - gli arresti effettuati hanno coinvolto cittadini iraniani ed italiani nel quadro dell’ inchiesta sul traffico di armi e per violazioni delle norme internazionali". "A tutti gli imputati verrà ovviamente garantito il pieno diritto di difesa e l’ assistenza legale in tutte le fasi del processo - ha poi concluso - Verranno altresì garantite, come è evidente, condizioni di vita pienamente rispettose dei diritti della persona nella fase di detenzione".

Gli arresti "L’ambasciatore d’Italia è stato convocato giovedì sera al ministero degli Affari esteri per spiegarsi sulle ragioni di questi arresti" ha indicato il portavoce della diplomazia iraniana, Ramin Mehmanparast, citato da diverse agenzie stampa locali. "Le informazioni pubblicate a riguardo mostrano un nuovo gioco destinato a creare digressioni e ambiguità". I due cittadini iraniani, considerati agenti segreti e arrestati due giorni fa a Milano, sono sospettati di traffico d’armi a destinazione Iran in violazione all’embargo internazionale. Con loro sono stati arrestati anche cinque italiani.

Traffico d'armi Altri due iraniani, oggetto di un mandato d’arresto nella stessa inchiesta, si trovano attualmente in Iran, secondo quanto spiegato dal procuratore antiterrorismo Armando Spataro. In totale, la giustizia italiana ha spiccato nove mandati d’arresto "per associazione a delinquere finalizzata all’esportazione di armi verso l’Iran in violazione dell’embargo internazionale".

Il traffico sarebbe in corso dal 2007, basato su un "sistema triangolare" che coinvolge anche altri paesi europei, come la Germania, la Gran Bretagna, la Svizzera e la Romania.

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