Carmine Spadafora
da Napoli
Ventotto anni in due ma, dal prossimo 27 luglio, quando nascerà il loro bambino, diventeranno adulti «per forza». Questa è la storia di Nunzia, 13 anni, giunta agli esami di terza media e Antonio, 15, secondo anno del liceo Nautico. La loro storia d'amore è nata tra i vicoli più crudeli della Napoli del centro storico: Forcella, un rione che può solo evocare storie di morte e di tragedie, di agguati e di famiglie distrutte.
Nunzia vive con la madre e i quattro fratellini in un appartamento grande ma disadorno. Il padre è in carcere. La ragazzina studia in cucina, sta preparando gli esami di terza media, sorvegliata da mamma Teresa. Parla per monosillabi mentre dalla sua camicetta bianca, spunta una medaglietta in oro giallo, con la fotina di Annalisa Durante, uccisa durante una sparatoria tra camorristi la notte del 28 marzo 2004. Le due ragazzine erano amiche, tanto che, Nunzia, fu la prima a precipitarsi sotto l'abitazione di Annalisa. «Se fosse stata una femminuccia, l'avrei chiamata Annalisa», dice. Sulla gravidanza non vuol sentire parlare di superficialità: «Questo figlio lo abbiamo voluto».
Con un filo di voce, Nunzia racconta di avere tre sogni nel cassetto, ancora da realizzare: fuggire da Forcella, il matrimonio e il lavoro che vorrebbe fare da grande. «Mi piacerebbe diventare estetista, proprio come la mia amica Annalisa. E poi, voglio andare via da questo rione, voglio che mio figlio cresca in un altro ambiente. Qui è tutto triste e senza speranza».
Nunzia ancora non sa che, c'è già un aspirante padrino per il suo Giuseppe: Giovanni Durante, il papà di Annalisa. «Ho incontrato Nunzia 2 giorni fa al cimitero, aveva un mazzo di fiori per la mia bambina. Quando Giuseppe nascerà vorrei fare 'o compare al suo figlioletto».
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