da Roma
La guerra delle bionde allunga la vita dei film. Se il 27 giugno sbarca in sala un blockbuster firmato Vanzina, intitolato Un’estate al mare (i figli di Steno, Carlo ed Enrico, son detti «Vacanzina», perché spensierati come un cono gelato) e fornito di attrici dalla quarta in su, oltre che di comici a risata certa, sarà cinema quattro stagioni. Pensato per bilanciare la forza commerciale di Harry Potter e delle Cronache di Narnia, titoloni Usa per famiglie e bambini, quando fa caldo e mancano i soldi per ferie di tre mesi. «Basta col termine cinecocomero: non lo sopportiamo proprio, noi, che avendo inventato il cinepanettone ventitré anni fa, abbiamo abbandonato quel genere facile, per industriarci diversamente», commenta Enrico Vanzina, il più espansivo dei due maghi dell’intrattenimento impeccabile. Intanto, un sole beneaugurante esplode sul Pincio, dopo tetri giorni di pioggia, e quei raggi sulla rampa di lancio d’una sonda nello spazio distributivo, incoraggia lo staff Medusa, ora a scontro con la mentalità dei distributori, tra giugno e agosto chiusi all’idea di correre l’alea. «Non lo nascondiamo: è un rischio. Ma il nostro gruppo ha il dovere, anche etico, di fare da apripista. Crediamo nell’allungamento della stagione, come le majors americane, che negli ultimi cinque anni puntano su titoli forti, durante il periodo estivo», spiega Giampaolo Letta, mandando un segnale ai gestori di sale.
Sul fronte della calura marciano le bellezze al bagno Nancy Brilli, Anna Falchi e Victoria Silvestedt (le bionde), mentre nel comparto moro-castano chiaro si allineano Alena Seredova e Marisa Jara. I maschi fanno ridere, in senso tecnico: da Gigi Proietti, voce narrante e mattatore, a Lino Banfi; da Ezio Greggio a Enrico Brignano, passando per Massimo Ceccherini ed Enzo Salvi, c’è di che svagarsi. La formula del film a sette episodi (sostenuti in coppia, tranne nel caso di Salvi, da solo ne Il giovedì) guarda alla soluzione Alberto Sordi (com’era in Racconti d’estate o in Costa Azzurra), in chiave Dino Risi (Il sorpasso). I luoghi di tale produzione da cinque milioni? Forte dei Marmi, Portorotondo, Ischia, il Circeo. «Scrivendo, ci chiedevamo: questo sketch piacerà a Dino? Ci ispiriamo al cinema popolare estivo, che è nel nostro cuore, ma rivisitando alcuni generi. Mentre il Paese va a scatafascio, nasce una nuova generazione di giovani, amanti dell’italianità», riassumono i Vanzina, autori di soggetto e sceneggiatura.
Ma le bionde? «Sono entusiasta di lavorare con cast così importante. Anche perché faccio corna mio marito!», cinguetta Victoria Silvestedt, curvacea stangona svedese (in difficoltà con l’italiano), che nello sketch Il conte di Montecristo è affiancata da Lino Banfi, alias «il povero Nicola», cornutissimo marito di Peschici, nel Gargano. «Io fare Eva, moglie in affitto, non vera moglie. Povero Nicola, ha corna tante da prima moglie e tutto paese prende in giro, così lui emigra in Svezia. Per fare vedere a tutto paese, dopo venticinque anni, che ha trovato nuova moglie fantastica, mi noleggia, me, top-model. Con contratto molto duro: non può toccarmi!», ride Victoria, contenendo a stento le forme dirompenti nell’attillato chemisier primaverile. «Mio povero Nicola farà rumori finti in camera da letto, a impressionare parenti. Nel finale, i maschi di Peschici mi salutano con calore. E... pure io: sono andata a letto con tutti!», svela la Silvestedt, girando agli Studi De Paolis lo spot del film, dove, tra microbikini e tintarelle integrali, indosserà poco o niente.
Va sulle orme della Giovanna Ralli di Costa Azzurra, invece, Alena Seredova, più florida dopo la nascita del primogenito, figlio del portierone Buffon.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.