Arriva il nuovo gassificatore ma l’emergenza rifiuti rimane

Il 29 ottobre, dopo un collaudo di 4 mesi, diventerà operativo il primo gassificatore di Malagrotta. Il nuovo impianto, arriverà a bruciare circa 90mila tonnellate di cdr (combustibile da rifiuti) nel 2009. Ancora 7-8 mesi ed entrerà in funzione anche il secondo. Insieme i due gassificatori (da non confondere con i termovalorizzatori) arriveranno, a regime, a una capacità di 180mila tonnellate. Una boccata di ossigeno per Roma, ma nulla di più. La situazione resterà sempre critica. Con 657 kg ad abitante la capitale, infatti, produce più immondizia di tutte le altre metropoli europee. Nel Lazio si producono all’anno 2,8 milioni di tonnellate di rifiuti, l’88 per cento finisce direttamente in discarica, 1,8 milioni di tonnellate in quella di Malagrotta.
Donato Robilotta, consigliere Sr-Pdl alla Regione Lazio, dove finirà l’immondizia dei romani, visto che la discarica di Malagrotta fra poco non potrà accogliere più neppure un barattolo?
«Il piano commissariale targato Marrazzo prevede che entro l’anno si autorizzi un innalzamento dell’attuale quota di 20 metri. Oppure di aprire un’altra discarica, da 1 milione di tonnellate all’anno, a fianco di quell’attuale. In ogni caso sarà una bella patata bollente passata in mano ad Alemanno».
Perchè dice così?
«Marrazzo, invece di assumersi le sue responsabilità, ha chiuso la fase emergenziale e passato la delicata decisione dell’impopolarità delle discariche ai comuni e alle province». In particolare, quindi, ad Alemanno?
«Ma anche a Zingaretti, che è competente per i comuni della provincia. Fra qualche settimana il problema delle discariche nel Lazio esploderà. A Civitavecchia e Guidonia, ad esempio, si respira già molta tensione fra la popolazione».
Che prospettive ci sono?
«A Latina, dov’è in corso la conferenza di servizi, il presidente della provincia Cusani ha aperto il bando per l’appalto di costruzione del termovalorizzatore, nonostante Marrazzo sia contrario».
E a Guidonia?
«Oggi dentro la discarica locale, già satura, finisce il tal quale, i rifiuti così come sono, cosa anche vietata dall’Unione Europea. In futuro è previsto un impianto di trattamento che separi i rifiuti e produca il cdr. Ma senza termovalorizzatore, il cdr non serve a niente, dopo un po’ perde qualità».
Quanti anni ci vogliono per costruire un termovalorizzatore? «Circa 4-5 anni».
E nel frattempo per non finire con l’immondizia sotto casa, come in Campania, che dobbiamo fare?
«Affrettarci. Bisogna sbrigarsi a costruire gli impianti di termovalorizzazione e di trattamento biologico già decisi dal piano regionale. Poi sbloccare l’impianto di Albano. E decidere, senza perdere tempo, di costruire un termovalorizzatore a Roma (a Malagrotta, ndr), uno a Latina, e uno a Viterbo. Inoltre bisogna aumentare i livelli di raccolta differenziata. Su questo fronte gli amici che amministrano Roma devono però andarci più cauti. Oggi Roma è al 14 per cento.

La promessa di portare la differenziata al 50 per cento con la raccolta porta a porta era demagogica quando la faceva Veltroni, è demagogica quando oggi la fa qualche assessore».
Perché?
«È semplicemente impossibile, porta a porta servirebbe talmente tanto personale che non sarebbe neppure conveniente».

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