È arrivata anche la giornata dei funzionari dellUnhcr, lalto commissariato dellOnu per i rifugiati. I due emissari, Laura Boldrini, portavoce italiana dellagenzia, e Paolo Artini, responsabile per gli affari legali, hanno incontrato tutti i soggetti coinvolti nel caso dei rifugiati di via Lecco. «Senza voler dare voti o fare ispezioni - hanno precisato -. Semplicemente mettendo a disposizione delle istituzioni la nostra esperienza in questo campo». Il programma denso di impegni ha visto la riunione con le associazioni del terzo settore, poi lincontro in Prefettura, quindi gli appuntamenti in Provincia e in Comune.
Prima di tutto lUnhcr ha chiarito lo status dei 257 africani: «Che siano rifugiati politici, richiedenti asilo o titolari di un permesso umanitario - ha detto Laura Boldrini - hanno tutti gli stessi diritti e le stesse esigenze». Uno sguardo alla situazione generale: «Milano non è certo lunica città che si trova ad affrontare queste emergenze. Anzi quello che succede qui dovrebbe offrire molti spunti di riflessione, alla luce della nuova procedura della Bossi-Fini che, se facilita le domande di asilo politico, trascura altri aspetti più difficili perché lItalia, a differenza di altri Paesi, non è ancora attrezzata».
Quindi Laura Boldrini ha tracciato un sommario della giornata e lanciato un appello alle istituzioni: «In tutti i casi abbiamo trovato disponibilità a collaborare e a dialogare. Sia ben chiaro che i rifugiati, che già arrivano da situazioni altamente drammatiche, non si devono trovare in mezzo a dispute politiche: laiuto nei loro confronti non è né di destra né di sinistra». Prima dellimbarco sullaereo per Roma i due funzionari dellUnhcr hanno visitato i sudanesi ospitati in viale Ortles. «Solo per mancanza di tempo - ha precisato lassessore Tiziana Maiolo -.
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