Labbiamo aspettato, desiderato e nei momenti più bui e umidi addirittura invocato. E ora eccolo qui il caldo che è piombato tra capo e collo senza nemmeno avvisare. Facendo schizzare le colonnine di mercurio verso lalto e obbligando a un cambio del guardaroba improvviso. Lo dicono le previsioni del tempo per tutta la settimana che verrà: lestate è arrivata. Lo dicono i volti delle persone che camminano per strada e cominciano a dare i primi segni di cedimento allafa e al solleone.
Ma cè ancora chi si sta leccando le ferite di quelle piogge incessanti, con vento forte e temperature in linea con la media autunnale che ha costretto a casa la maggior parte dei milanesi. Sono i gestori di locali, bar e ristoranti che per allestire gli spazi esterni spendono ogni anno decine di migliaia di euro e che ora stanno contando i danni. La differenza fra un fine settimana come questultimo e quelli di pioggia pesa parecchio sui guadagni. «I week end di maltempo ci sono costati almeno il 30 per cento dellincasso», spiega Rudi Citterio, presidente di Silb Milano, Associazione imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo. Non soltanto ai locali notturni, anche a bar e gelaterie che di solito in questo momento dellanno lavorano già a pieno regime. «Abbiamo calcolato un calo di presenze intorno al 30 per cento», conferma Alfredo Zini, vicepresidente dellEpam. Ma il problema non si è presentato solo nei giorni più freddi: lestate in netto ritardo sulla tabella di marcia ha già provocato danni ingenti, che rischiano di non poter più essere recuperati. «A oggi i locali prettamente estivi e quelli che nei mesi caldi allestiscono i dehors esterni hanno già perso una media del 20 per cento sugli incassi di tutto lanno - continua Citterio -. Contando che il picco della stagione viene toccato fra la fine di maggio e il 15 luglio, queste perdite potrebbero non essere più colmate».
Per alcuni esercenti il danno è arginabile per quanto cospicuo, per altri si tratta di un vero e proprio dramma. «Ci sono locali che funzionano soltanto in estate, come quelli dellIdroscalo - prosegue il presidente -. Il fine settimana del 19/20 giugno sono restati tutti chiusi. Per i proprietari questo episodio ha significato non guadagnare neanche un euro. Per chi invece ha allestito i dehors, la situazione è meno grave perché ha perso solo il 30 per cento. Ovvero quella parte dellincasso che si ricava utilizzando anche gli spazi esterni».
Un danno comunque ingente, se si considera la spesa affrontata alla vigilia di ogni estate per trasformare marciapiedi e cortili esterni in veri e propri locali sotto le stelle. «Ogni esercente spende in media fra 150 e 200mila euro ogni anno - specifica Citterio -. Naturalmente limporto dipende dalla grandezza del locale e da come lo si vuole arredare. Ma di solito i gestori preferiscono rinnovare il look ogni stagione, per renderlo in linea con limmagine dellambiente». Così tende, gazebo, cuscini, tavoli e sedie diventano una voce importante del bilancio nel capitolo uscite. Bilancio che però torna in pareggio proprio grazie agli incassi estivi.
«Lestate è il periodo in cui si lavora di più. Innanzitutto perché con il caldo la gente è più disposta a stare in giro. In secondo luogo perché con i dehors si riesce a recuperare molto spazio e quindi molte presenze. Di solito si tocca una crescita intorno al 18 per cento - afferma il presidente del Silb -. Una stagione come questa penalizza tutto il settore, in termini di incassi ma anche di investimenti non ammortizzati. Proprio come è successo nel 2007 con le piogge che hanno rovinato tutti i week end di giugno». La crisi è generalizzata in città, ma ci sono zone in cui gli esercenti sono in ginocchio. AllIdroscalo, innanzitutto. Ma anche in via Corelli - con il Saini e il Beach club - e in zona Triennale, con lOld Fashion e gli altri spazi allaria aperta.
«A parte la perdita degli incassi, tutti questi locali hanno assunto lavoratori stagionali che non stanno facendo quasi nulla - conclude Zini -. Con danni che si sommano e che non potranno più essere recuperati».
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