«In arrivo un Grande fratello fiscale»

L’ex sottosegretario Vegas (Fi): «Preoccupato dal controllo sui conti bancari e dall’abolizione del contante per i pagamenti»

da Milano

C’è stato un piccolo e garbato battibecco ieri in commissione Bilancio. Da una parte Giuseppe Vegas, uomo delle Finanziarie targate Cdl, ex viceministro dell’Economia. Dall’altra l’attuale ministro, Tommaso Padoa-Schioppa. La manovra-bis che avrà un effetto di mezzo punto di Pil è «la più importante manovra correttiva fatta in corso d’anno» ha detto ieri il ministro rispondendo a Vegas, che aveva definito la manovra «modesta». «Era tutto quello che si poteva fare in questo momento», ha aggiunto il ministro.
«C’è una contraddizione forte», dice Vegas al Giornale. Il ministro ha sostenuto fino a poco tempo fa che ci trovavamo in una condizione di finanza pubblica peggiore rispetto a quella del 1992. Poi andando a vedere la manovrina, scopriamo che per il saldo del 2006 il suo effetto si limita allo 0,1 per cento del Pil. Dunque o la situazione non era poi così grave o il governo alza le braccia e denuncia la propria impotenza».
Eppure Padoa-Schioppa viene giudicato un «tecnico» affidabile...
«Sì, ma isolato. In commissione mi è sembrato imbarazzato. Eppure si è presentato con un assist non da poco conto lanciato dal governatore Mario Draghi. Che chiedeva la riduzione delle spese e aumento dell’età pensionabile. Insomma poteva prendere la palla al volo. E invece si è limitato a dire che avrebbe lavorato durante l’estate. Mi sembra che senta il peso dei condizionamenti politici della maggioranza che sostiene il governo Prodi».
La predisposizione del Dpef è un rito che in molti vorrebbero superare...
«Quello che conta del Documento di programmazione economica e finanziaria sono i saldi di finanza pubblica. Il resto è una riscrittura dei programmi elettorali. L’anno scorso il nostro era di una dozzina di pagine, quest’anno supera le 150, ma basterebbero 10 righe».
Come giudica le modifiche al decreto Bersani-Visco, quello che tra l’altro contiene la «manovrina» di Padoa-Schioppa?
«Sono state smontate alcune cattiverie di Visco e i maggiori accenni di liberalizzazione introdotti da Bersani. Non mi sembra un gran risultato. Si è proceduto alla cancellazione della retroattività dell’Iva sugli immobili che avrebbe distrutto un intero settore. Era scontato».
Si tratta comunque di un passo avanti.
«Il decreto contiene comunque alcuni elementi pericolosi. In primis la pericolosa introduzione di un grande fratello fiscale, che viene mantenuta. Penso all’inseguimento ed alla tracciabilità delle operazioni bancarie sin dal 2001, all’elenco dei fornitori e dei clienti delle imprese, al pagamento dei professionisti non più per contanti e all’indicazione del valore reale degli immobili nelle transazioni».
Legittime mosse antielusive per colpire l’evasione.
«La mia sensazione è diversa. L’esempio dell’iscrizione del valore reale degli immobili è emblematico.

Si introduce una novità oggi fiscalmente neutra, per poterla applicare domani. Quando in buona sostanza si procederà alla tassazione non su base catastale, ma sul valore effettivo dell’immobile. Il grande fratello fiscale è molto preoccupante».

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