GenovaAl presidente uscente della Regione Liguria Claudio Burlando qualcosa devessere sfuggito. A lui e al suo entourage, che per la fretta di mettere insieme più sigle possibili con lidea di superare lavversario Sandro Biasotti (candidato di Pdl e Lega) devono aver fatto confusione sullorigine della loro coalizione.
Tra i due, candidati di Pd e Popolo della Libertà già da un anno, i sondaggi hanno sempre evidenziato sostanziale parità. Risultato che sta creando tensioni al governatore che tenta di confermarsi alla poltrona più alta di piazza De Ferrari con una corazzata «arlecchina» da far impallidire Romano Prodi e lUnione: il bianco dellUdc, i rossi di Rifondazione e Comunisti italiani, passando per i verdi del Sole che ride. Ma siccome potrebbe non bastare meglio aggiungere unaltra tonalità, e via con un tocco di nero per colorare ancora di più la sua grosse koalition. Sì, perché in appoggio a Claudio Burlando cè anche un movimento fondato e diretto da Riccardo Sindoca, ex braccio destro di Gaetano Saya ed ex uomo di vertice di Msi-Destra Nazionale, nato nel 2000 in antitesi ai «moderati» di An. Oggi Sindoca è capo di gabinetto di Alleanza Democratica, movimento che ha come presidente Giancarlo Travagin, ex Dc candidato per lUdc in Piemonte, ma che in Liguria si presenta con lo stesso simbolo insieme alla «Federazione Pensionati» di Giacomo Bertone.
Riccardo Sindoca è balzato agli onori della cronaca nel luglio 2005 quando la procura di Genova indagò sul suo conto e su quello di Saya. Il procuratore capo Giuseppe Lalla e il capo della Digos di Genova Giuseppe Gonan coordinarono uninchiesta che portò agli arresti domiciliari dei due allepoca legati alla massoneria. A Saya e Sindoca è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata allusurpazione di funzioni pubbliche in materia di prevenzione e repressione dei reati. Nelle intercettazioni raccolte al tempo uscirono dialoghi di Sindoca che tentava di convincere poliziotti ad aderire a quella che chiamavano la nuova Gladio: «Siamo fascisti, ma fascisti veri, fascistissimi che la Mussolini ci fa schifo perché è una moderata del c...».
I nomi dei due tornarono agli onori della cronaca circa un anno fa quando vennero create le «ronde nere», milizie con uniformi che evocavano lepoca fascista e che ottennero anche un finanziamento (poi revocato) dal Comune di Milano per presidiare il territorio nellambito del progetto varato dal ministero dellInterno.
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