
Nel cuore pulsante dell’Europa, a poche ore dall’attesissima Art Basel, Zurigo si è trasformata in un palcoscenico d’arte contemporanea e creatività globale. Tra vernissage esclusivi, mostre nei musei e appuntamenti nelle kunsthalle, la città svizzera ha rivelato il suo volto più colto e cosmopolita, capace di attirare collezionisti, critici, artisti e turisti di alto profilo da ogni angolo del mondo. Il Zurich Art Weekend, appuntamento fisso nel calendario internazionale dell’arte giunto all'ottava edizione, si è imposto come una raffinata anteprima della frenesia di Art Basel. Più intimo ma non meno ambizioso, questo weekend artistico ha saputo creare un equilibrio perfetto tra scoperta, sperimentazione e bellezza. Dalle vie eleganti del quartiere Löwenbräu alle zone più sperimentali come Kreis 4 e Kreis 5, le gallerie zurighesi hanno aperto le loro porte con vernissage curati nei minimi dettagli. Hauser & Wirth, Eva Presenhuber e Galerie Francesca Pia sono solo alcune delle tappe obbligate, dove nuove promesse dell’arte si sono alternate a grandi nomi in una danza visiva tra pittura, installazioni e videoarte. L’atmosfera è stata quella del dialogo intimo con l’arte: incontri con gli artisti, brindisi riservati e un pubblico attento, sofisticato, in cui si mescolano curatori, collezionisti e semplici appassionati. Anche le istituzioni culturali della città hanno fatto la loro parte, proponendo una serie di mostre temporanee di grande impatto. Al Kunsthaus Zürich, il nuovo ampliamento firmato David Chipperfield ha accolto una retrospettiva dedicata all’arte concettuale europea, mentre alla Migros Museum für Gegenwartskunst l’attenzione è andata alle pratiche artistiche post-digitali. Spicca anche la programmazione della Kunsthalle Zürich, che ha ospitato un’esposizione immersiva dedicata al dialogo tra arte, ecologia e tecnologia: un richiamo forte al nostro tempo, che dimostra quanto Zurigo sappia coniugare estetica e pensiero critico. Al di là degli spazi espositivi, Zurigo in questi giorni è sembrata una vera capitale dell’arte: terrazze affollate di conversazioni in francese, inglese, tedesco e italiano; boutique hotel pieni di ospiti venuti per l’occasione; ristoranti trasformati in luoghi d’incontro tra mecenati e artisti. L’arte si è respirata ovunque, anche per strada, dove performance spontanee e installazioni urbane hanno creato ponti tra il quotidiano e il sublime. L’Art Weekend zurighese si è confermato un evento da non perdere, per chi cerca non solo il grande mercato dell’arte, ma anche il tempo per riflettere, confrontarsi e lasciarsi sorprendere. Zurigo, con la sua eleganza sobria e la sua anima internazionale, si è mostrata ancora una volta come una destinazione culturale di primo piano, perfetta per chi considera l’arte non un lusso, ma un modo di vivere.
Della "maratona d'arte" hanno fatto parte anche due tappe imperdibili: quella alla Kunsthaus, il museo d'arte più importante della svizzera e tra i maggiori d'Europa dove è in corso un'antologica dedicata a Suzanne Duchamp (sorella del maestro del Dada); e quella al Rietberg, il museo dedicato all'arte extraeuropea, dove è aòòestita la suggestiva "Hallayu!", una mostra che celebra il soft power coreano, tra arte, moda e cinema.