Gli artisti e «il sorriso» di De Kooning

U ndici artisti italiani tra pittura, scultura e fotografia, si confrontano sul «sorriso del gatto», l’immagine metaforica della evocata nella celebre fiaba di Alice nel Paese delle meraviglie. Il titolo della mostra, a cura di Martina Corgnati e in corso negli spazi della galleria Silvano Lodi (via San Primo 6), è tratto da un’intervista che Harold Rosemberg fece al celebre espressionista astratto americano Willem De Kooning. Siamo nel 1972 e sprezzantemente Rosemberg chiese all’artista come si sentisse al cospetto di un genio del disegno come Rubens, visto che le sue opere astratte sono vendute a cifre impensabili. De Kooning chiarì che lui, decoratore e disegnatore ostinato fin dalla tenera età, ora la pensa in un altro modo: «La conosci la storia di Alice nel Paese delle meraviglie? Ti ricordi che a un certo punto del racconto spunta fuori un gatto che sorride? Ecco - conclude De Kooning - Rubens è il gatto, ma io sono il suo sorriso!». . Per tale artista il vero problema «non era tanto cosa si poteva dipingere ma piuttosto cosa non si poteva dipingere».
Il punto di partenza della mostra, che coinvolge noti artisti figurativi come Giovanni Frangi, Davide Nido, Dany Vescovi e Leonida De Filippi, è il sorriso, cioè le emozioni che si esprimono in un gesto, in una visione, in un paesaggio: un sorriso che differenzia l’arte intesa come espressione del proprio modo di sentire, ma anche di quello che ciascuno percepisce, al di là delle mode e degli stili. «Gli artisti in mostra -dice Martina Corgnati- vivono l’arte come pratica concreta e persino artigianalema al tempo stesso sono attenti a non imbrigliare la loro curiosità; nel loro lavoro persiste un apprezzamento alla pretica dello stidui ma persistono anche, luminose e insistenti, le nozioni di libertà e di ricerca come impulso inesauribile».

Ancora una volta, in prima linea c’è la pittura. «Quei linguaggi che proviamo a chiamare tradizionali -dice la Corgnati- non hanno mai cessato di essere attuali» e di offrirsi come strumenti giusti per intrecciare un dialogo con il mondo».