Artisti Il madonnaro? Un po’ blogger, un po’ guida

Si evolve la figura del «madonnaro». Con la bella stagione gli artisti di strada con la mania per le raffigurazioni sacre escono allo scoperto senza timori, colorando le vie e le piazze della Capitale. Pedoni permettendo. La loro tela è l’asfalto, il nemico più temuto (ancora per poco) la pioggia, e a guardarli in azione sembrano gli stessi di qualche anno fa. Eppure qualcosa è cambiato. Per stare al passo coi tempi, perfino loro si sono dovuti re-inventare. Al giorno d’oggi, a quanto pare, non basta saper disegnare per tirare a campare lungo le strade della città. Nasce così il madonnaro del terzo millennio. Un po’ hi-tech, un po’ guida turistica. Con tanto di blog su internet. E dalla battuta tagliente.
Prendete, per esempio, quello che si esibisce di tanto in tanto al largo Goldoni. Impossibile non riconoscerlo. Stufo di venire continuamente interrotto dai turisti di passaggio, che lo subissavano di domande circa l’esatta collocazione di alcune delle maggiori attrazioni del centro storico, dal Pantheon alla scalinata di Trinità dei Monti, l’ingegnoso artista ha pensato bene di redigere sull’asfalto una sua personalissima «Lonely Planet», contenente le indicazioni per arrivare ai monumenti di prestigio della zona.
«Per la basilica di San Pietro seguite la scia di immigranti africani che vendono le borse griffate contraffate», c’è scritto per terra accanto al suo dipinto. Quanto al Colosseo: «È troppo difficile da spiegare, quindi accontentatevi di visitare il Pantheon che è molto più semplice da raggiungere». Serviti su un piatto d’argento i turisti americani in astinenza da Big Mac e patatine: «Siete venuti in un Paese conosciuto in tutto il mondo per la sua cucina e i suoi vini e voi volete andare a mangiare nei bar e da Mc Donalds?». Le indicazioni sono tutte scritte in inglese. E da quando le ha buttate giù non solo non c’è nessuno che lo disturbi, ma il suo pubblico è addirittura aumentato.
Altrimenti ci sono Parà e Vel, due madonnari pugliesi nei quali forse vi sarà capitato d’imbattervi passeggiando per il Corso. La coppia di artisti dispone di un blog ufficiale (www.madonnaripugliesi.blogspot.com) nel quale si raccontano per filo e per segno, e all’interno del quale sono custodite le fotografie che immortalano le loro raffigurazioni. «L’idea del blog ci è venuta in mente quattro anni fa - spiega Parà - e rappresenta una sorta di rivincita nei confronti della transitorietà delle nostre opere, la cui peculiarità principale è proprio quella di essere di carattere temporaneo. In questo modo abbiamo l’opportunità di conservare on line un database dei lavori che abbiamo fatto, cosicché chiunque lo voglia possa dare loro uno sguardo».
Questi, tuttavia, sono solo alcuni esempi. Fatto sta che il madonnaro ha aggiornato il suo profilo.

E nonostante la maggior parte di loro riproduca i capolavori dei maestri del passato, oggi possono dire di essere degli artisti contemporanei senza il timore di venire smentiti. «Certe cose, però, non cambieranno mai», scuote il capo Parà. Bastano due gocce di pioggia ed ecco che bisogna ricominciare tutto daccapo. Ma, forse, è proprio questo il bello.

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