Ascolti record per Ségolène ma il trionfo è soltanto in tv

I sondaggi danno sempre Sarkozy in netto vantaggio. Attesa una partecipazione al voto superiore del 10% alle ultime presidenziali

da Parigi

«Noi coi sondaggi incartiamo il pesce», afferma Arnaud Montebourg, portavoce di Ségolène Royal, colpito dalla sospensione di un mese per aver pubblicamente insultato il quasi marito della candidata socialista all'Eliseo, François Hollande. Certo di pesce ne occorre molto per utilizzare come carta da imballaggio i 25 sondaggi consecutivi che da un mese a questa parte considerano il leader del centrodestra Nicolas Sarkozy davanti alla «Zapatera», come viene soprannominata la Royal. Però stavolta la «Zapatera» una soddisfazione se l'è tolta: far registrare un «record relativo» (relativo agli ultimi quindici anni) di ascolti in una trasmissione politica. Ben 8,9 milioni di persone hanno assistito al talk show di lunedì sera (intitolato Ho una domanda da farle) sul canale privato Tf1. Inevitabile il paragone con Sarkozy, che già è stato invitato all'analogo programma e che ha avuto 8,2 milioni di spettatori. Questi successi di audience confermano i giudizi dei sondaggisti, secondo i quali le presidenziali di primavera sono il primo argomento di conversazione dei francesi, prima ancora del lavoro, del tempo libero e della famiglia. Per Stephane Rozes, vicedirettore del Csa, «le intenzioni di partecipazione al voto sono superiori di dieci punti rispetto allo stesso periodo del 2002».
Se i francesi votassero con gli occhi, Ségolène Royal si sentirebbe all'Eliseo. Invece la strada della «Zapatera» è tutta in salita perché i sondaggi la vedono ancora molto indietro rispetto a Sarkozy. Paradossalmente quest'ultimo sarebbe in difficoltà più di fronte al centrista François Bayrou che nel duello con la candidata socialista. Se il 22 aprile, al primo turno, il «democristiano» Bayrou riuscisse a superare la socialista Royal, l'ultima parte della corsa all'Eliseo verrebbe disputata sul filo di lana tra lui e il liberale Sarkozy (che dal canto suo dovrebbe superare in scioltezza l'ostacolo preliminare). Di qui i continui tentativi di Bayrou per rosicchiare voti proprio sulla sua sinistra. Voti che in un certo senso conterebbero doppio, essendo sottratti alla diretta rivale socialista.
Bayrou cerca sostegni negli ambienti della maggioranza governativa italiana e lascia credere che - in caso di sua elezione all'Eliseo - potrebbe attribuire a un socialista la carica di primo ministro. Comunque gli farebbe molto piacere avere socialisti nel suo governo. È chiaro che Bayrou sta facendo «piedino» ai socialisti pragmatici, rimasti delusi dalla radicalizzazione a sinistra di Ségolène Royal. Persone stimate in Francia e all'estero, come l'ex amministratore Onu del Kosovo Bernard Kouchner, uno dei fondatori dell'organizzazione Medici senza frontiere.
La reazione del clan di campagna di Ségolène Royal è caratterizzata da una profonda irritazione. Invece di cogliere la palla al balzo per costruire una vasta area di centrosinistra, i socialisti francesi pensano a rafforzare il loro legame con i comunisti e l'estrema sinistra, scavando al tempo stesso un fossato tra sé e i centristi.

«Siamo stanchi della danza del ventre di Bayrou verso gli elettori di sinistra», ha detto ieri Jack Lang, ex ministro e stretto collaboratore della «Zapatera». Mentre Bayrou e la Royal si scannano tra loro per i voti di centrosinistra Nicolas Sarkozy si trova campo libero nelle praterie elettorali del centrodestra.

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