Cultura e Spettacoli

«Gli ascolti sono già in crescita e parte la rivoluzione d’ottobre»

«Gli ascolti sono già in crescita e parte la rivoluzione d’ottobre»

da Roma

Loro dicono che no, non c’è nessuna guerra, figuriamoci. Ognuno guarda al proprio pubblico, senza fare confronti, pensando solo a lavorare bene. Così dicono, ma quello che fanno, loro e quelli che gli stanno intorno, va in direzione opposta. Per i due capitani dei tiggì più importanti, Gianni Riotta (che compie un anno al Tg1) e Clemente Mimun (che compie due mesi al Tg5 e un anno senza Tg1), da ieri è cominciata la vera sfida. Quest’estate i due direttori si sono usmati, spiati, hanno messo in atto piccoli cambiamenti dei notiziari, in attesa del rientro dalle vacanze dei milioni di italiani che le due ammiraglie si contendono con ogni mezzo. Già ieri si sono viste prove di battaglia: squilli di trombe del Tg1 per la partenza del preserale L’Eredità. Che, per i non esperti di trucchetti televisivi, significa che a Raiuno stanno facendo di tutto per supportare l’edizione delle venti: più spettatori guardano il quiz di Conti, più se ne fermano sul tg a seguire.
I due direttori stanno approntando le armi segrete. A Saxa Rubra cambia tutto: studio, scenografia (schermi che cambiano immagine velocemente), grafica, scrivania per gli ospiti. Al Palatino si risponde pure con sigla, grafica, studio rinnovati e volti nuovi: da Elena Guarnieri (in arrivo da Retequattro) a Monica Gasparini (da Studio Aperto) a Simona Branchetti (da SkyTg24). Ma, quando il gioco si fa duro, allora il generale si mette in testa all’armata. Sembra proprio che Mimun condurrà in prima persona. Cosa che non aveva fatto negli anni passati al Tg2 e al Tg1. Allora chiediamogli se tutte queste voci sono vere (cosa che avremmo voluto fare anche con Riotta, ma lui risponde gentilmente che preferisce «non parlare, ma fare» )...
Dunque, Mimun, la vedremo in video alle venti?
«Non escludo niente», ma lo sguardo luciferino nei suoi occhi è più che eloquente. In aggiunta da poco si è fatto una vacanza in una beauty farm...
L’altro giorno sono partite le prime pallottole: un comunicato Mediaset riferiva dell’avvicinamento estivo ai concorrenti (Tg5 a 4,5 punti dal Tg1)...
«Chi ben comincia è a meta dell’opera. In estate si è giocata un’amichevole, ora parte la rivoluzione d’ottobre».
Gli stessi dati mostrano il Mimun di adesso (nella fascia tra i 15 e i 64 anni) che batte il Mimun del Tg1...
«A Saxa Rubra, dopo le elezioni, aspettavano solo che arrivassero i vincitori».
E batte anche il Rossella dell’anno scorso...
«Evidentemente, ero sempre io - dall’altra parte - a essere fiacco...».
La sua strategia?
«Lavoro sodo e fairplay».
Come deve essere il suo Tg?
«Sempre più forte e autorevole in tutti i settori, economia e politica compresi, ma mai prevedibile».
Anche con scoop come i video sui bambini di Rignano?
«Era una notizia di cronaca, l’ho data, non mostrava i bambini in volto, ho rispettato le regole, porto rispetto per chi la pensa diversamente».
Vuole riuscire a battere Riotta?
«Penso che il Tg5, che ha una grande squadra di giornalisti, abbia ampi margini di miglioramento. Superare i concorrenti non è il mio incubo. Altri hanno l’ansia da prestazione».
Nelle settimane scorse sembrava di stare in un corto circuito: accendevi sul Tg1 e sembrava di vedere il Tg5, giravi sul Tg5 e sembrava di stare sul Tg1.
«Certo, Riotta, con una massiccia iniezione di cronaca, un pizzico di gossip, un innesto di YouTube e l’immancabile notizia ripresa dal Financial Times, ha impresso una svolta più sbarazzina ai suoi notiziari. Io ho virato su una linea più istituzionale. E così se noi insistiamo sui diritti dei cittadini, dai rincari dei prezzi al caso dei lavavetri, non abbiamo interesse per le orge di Cristiano Ronaldo».
Riotta ha già il traino dell’Eredità...
«Presto arriverà il Milionario di Gerry Scotti».
Come sono state queste prime settimane a Mediaset, dopo tanti anni in Rai?
«C’è più libertà, meno burocrazia, più serenità».
Il fatto che lei sia così detestato e Riotta no, significa che lui è più equilibrato?
«Quelli che mi criticavano quando stavo al Tg1 sono gli stessi che ora lodano Riotta».
Ora è facile essere liberi, sarà lo stesso quando ci saranno campagne elettorali?
«Ho affrontato una dozzina di campagne elettorali, ho visto cambiare molti governi mentre ero al Tg1 e al Tg2, sono stato scelto per arbitrare il primo confronto Prodi-Berlusconi, ho vinto tutte le battaglie degli ascolti. Io faccio il giornalista e non vedo l’ora di occuparmi anche delle prossime elezioni».
Mentana si è spostato a Matrix, Rossella alla Medusa...
«Con Chicco abbiamo fondato insieme il Tg5 nel ’92. Letta fece la telefonata decisiva per la sua direzione sul mio telefonino.

È un grande giornalista e fa uno stupendo lavoro, Carlo al cinema è felice».

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