Asp, Clini direttore. Opposizione all’attacco

Claudio Clini è il nuovo direttore dell’Agenzia di Sanità pubblica. Una nomina che ha suscitato proteste da parte del centrodestra, che definisce la nomina di Clini, già direttore generale dell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini, un «colpo di mano». «La nomina di Clini a direttore generale dell’Asp - denuncia il capogruppo regionale di An Fabio Rampelli - la dice lunga sulle garanzie di trasparenza e di affidabilità della sinistra nella Regione Lazio. Questo incarico si configura come il peggiore fra tutti quelli voluti da Marrazzo nel settore della sanità. Clini è stato nominato pur non essendo in possesso dei requisiti previsti dalla legge per ricoprire questo ruolo e il suo nome è già noto nel Lazio per la sfascio procurato al San Camillo durante gli anni del governo Badaloni e successivamente anche al Policlinico Federico II di Napoli». «Con questa nomina-lampo – conclude Rampelli – Clini si accinge ora a rappresentare gli orientamenti della sanità della Giunta Marrazzo: poca qualità e molta nomenclatura di ritorno dai governi delle Regioni rosse».
Più articolato il commento di Domenico Gramazio (An), consigliere di amministratore (e direttore generale all’epoca della giunta Storca) dell’Asp: «Due fattori saltano prepotentemente agli occhi. Primo: dopo la nomina di D’Ubaldo in quota Margherita a Presidente, i Ds si aggiudicano la poltrona di dg, nel segno di un malcostume politico chiamato lottizzazione. Secondo: è palese che l’assessore alla Sanità Battaglia ne viene fuori completamente esautorato, dopo la nomina di oggi (ieri, ndr) unita alle contestazioni dei vertici Cgil di venerdì». «La pressione che taluni giornali di sinistra esercitano da mesi è figlia dell’indicazione dei partiti. Ho sentito nei corridoi i consiglieri di Sinistra fortemente preoccupati dagli articoli dei giornali amici che sono evidentemente il megafono di quello che è uno squallido gioco politico, peraltro malriuscito», conclude Gramazio.

A pensarla come lui l’altro consigliere Alfredo Pallone (Forza Italia): «Chi ne esce fortemente ridimensionato, oltre Battaglia, è Carlo Alberto Perucci che ha cercato di essere nominato direttore fino all’ultimo momento, quando poi ha rinunciato a partecipare al concorso barattandolo, come già avvenne cinque anni fa, con la sua riconferma alla guida del dipartimento epidemiologico della Asl RmE».

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