Assago come Cuba torna l’estate a ritmo di salsa

Lola Ponce apre la 19ma edizione del festival Due mesi di concerti, da Iglesias a Gilberto Gil

La vita è fatta di certezze, di capisaldi. E nell’estate milanese che si spalanca tra spettri di serrate, concerti sfumati e code sui navigli, il festival Latinoamericando è da anni un’oasi contro la depressione cittadina. Alla sua 19ma edizione, il variopinto circo di Assago fresco di caipirinhas e unto di salamelle al ritmo di merengue, fa tornare in mente la vecchia Democrazia cristiana: tutti la criticavano ma poi in cabina ne finivano irresistibilmente attratti.
Detto questo, chi parla di baracconate, etnomanie o festival dell’Unità in salsa di guacamole, bestemmia. Il successo di Latinoamericando -che anche quest’anno apre il 17 giugno e per due mesi propone tutto ciò che vi è di latino nel folklore e nello spettacolo, dai concerti alla gastronomia, dall’artigianato alle lezioni di ballo- il successo dicevamo sta tutto nel suo valore ancestrale. Ovvero nel suo incarnare, sia pure in soldoni, quel grande sogno di fuga ed esotismo che nella città del cemento serpeggia tutto l’anno per tracimare all’arrivo dei primi caldi. Un sillogismo che il peruviano Juan Josè Fabiani, patron del festival, ha ben compreso da tempo, tanto da riuscire a trasformare una piccola fiera artigianale in un network che ad ogni edizione si arricchisce di proposte non solo artistiche ma anche socio-culturali e mediatiche, culminate con l’edizione del giornale Latinoamericando-news diretto da Josè Galvez.
Ovviamente anche quest’anno il cavallo di battaglia è il programma di concerti che porterà per sessanta giorni sul palco alcuni tra gli artisti più gettonati del Latino e Sudamerica. Diciamo pure che ce n’è per tutti i gusti, anche se negli ultimi anni il palinsesto ha lentamente virato verso aree più commerciali e il panorama ispanico la fa ormai da padrone rispetto a quello della musica brasiliana che pure in passato ha visto sfilare ad Assago big come Djavan, Milton Nascimento, Daniela Mercury, Joao Bosco e altri. Non per ragioni di campanile, spiega Fabiani. «Portare a Milano gli artisti brasiliani è difficile a meno che non siano già in Europa per le loro turnè». Quest’anno, a portare la bandiera verdeamarelo saranno ancora una volta l’ex ministro tropicalista Gilberto Gil e il grande Carlinhos Brown. Madrina del festival, è invece la spumeggiante argentina Lola Ponce che si esibirà il 19 giugno, appena reduce dall’incisione del suo nuovo cd «Desnuda»; titolo, assicura, assolutamente metaforico. Ma il pop latino, quello che farà impazzire fiumane di teenager e non solo (mi raccomando l’Autan), propone altri pezzi da novanta, in primis l’ormai celeberrimo Enrique Iglesias, degno figlio almeno per fama del romantico Julio. La star spagnola, noto soprattutto per il tormentone estivo «Bailamos», sancirà proprio ad Assago domenica 12 luglio la sua unica data italiana. Poi sarà la volta di Gloria Estefan, «reina de Cuba» ex voce dei Miami Sound Machine, che torna da queste parti dopo 13 anni di assenza. Per i palati più fini, a parte i già menzionati Carlinhos Brown (26 giugno) e Gilberto Gil (1 luglio), segnaliamo il concerto di flamenco di Diego Ramon Salazar meglio conosciuto come «El Cigala»; il suo ultimo disco «Lagrimas Negras», che mescola il pathos della sua voce andalusa al pianoforte son del cubano Bebo valdes, rappresenta un’autentica chicca. Per il resto, aspettiamoci il solito tripudio di salseros che vedrà ancora una volta in prima fila la Charanga Habanera, Los Van Van, Pupiy y Los Que Son Son, Oscar de Leon e molti altri tra ristoranti, chiringuitos, stuzzicherie, disco bar e cocktail bar.

Occhio dunque al portafoglio, anche se quest’anno, per rispondere alla crisi, il festival propone prezzi d’ingresso scontati del 20% e uno speciale passaporto da 500 euro di sconti. Sotto a chi tocca, dunque, anche perchè, come diceva il Che, «chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso». E chi non balla...

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