ASSALTO GIUDIZIARIO

Massimo Malpica

Superteste o teste-bufala? L’escort (forse ex forse no, la ragazza non sembra avere le idee chiare in proposito) che ad Annozero è andata in scena ripetendo in versione sempre riveduta e corretta il racconto dei suoi presunti trascorsi hard con Silvio Berlusconi, sembra voler indossare il costume da «pistola fumante» contro il premier. Ha visto la droga, ha visto le orge, ha visto i soldi. E, adesso, in ritardo, ha finalmente visto Ruby. Ma come grande accusatrice non è esattamente blindata. Chi la conosce non le crede. E anche la sua storia è poco granitica. Semmai è elastica: cambia, si aggiorna, cerca di coincidere con le date e con i nomi emersi dal Rubygate. A cominciare, appunto, dalla ragazzina del Marocco.
Ruby Rubacuori nelle precedenti edizioni di «avventure col premier» targate Macrì non c’era mai stata. Salta fuori solo dopo che i pm milanesi vogliono processare il presidente del Consiglio proprio per la giovane Karima, accusandolo di sfruttamento di minore e di concussione. Ed ecco il miracolo: prima Nadia confida al Fatto Quotidiano che c’era una ragazza «troppo giovane», che «credo sia Ruby». E poi, a favor di telecamera, quando è Sandro Ruotolo by Santoro che glielo chiede, Nadia addirittura è diventata «sicura» dell’identità di quell’ospite. Anche la data, che traballava, s’è fissata al 24 aprile del 2010, che come è stato scritto su tutti i giornali è un giorno in cui ad Arcore, tra gli ospiti della serata, c’era anche la ragazza del Marocco. Nadia, però, appena 5 giorni prima, nell’intervista al Fatto, aveva affermato con certezza di essere stata «due volte nella villa di Arcore, l’ultima a fine marzo dell’anno scorso».
Se Nadia sul tempo è relativista, in compenso deve avere doti divinatorie nell’azzeccare l’età altrui. Sempre sul Fatto, la Macrì ammette che la conversazione nei «festini» era scadente: con le altre ragazze (di cui non ricorda un nome, ndr) si parlava «solo dei soldi e del trucco». Eppure in quell’intervista Nadia parla di «minorenni» ad Arcore, ragazzine di «17 o quasi 18 anni», proprio «come Ruby all’epoca».
Secondo la mamma di Nadia, Maria Luigia Peluso, la spiegazione è semplice. «Esagera con la fantasia», ha ripetuto ancora ieri al Corriere del Mezzogiorno, confidando ben poco nell’attendibilità della figlia-superteste: «Come ho sempre detto racconta balle colossali per avere notorietà». Lei, Nadia, s’era già lamentata a novembre scorso dei giudizi severi di sua madre, che l’ha smentita anche rispetto al dettaglio raccontato dalla ragazza ai pm di Palermo a ottobre scorso, ossia di aver fatto parlare Silvio con la mamma («Gli disse, qui ci stiamo morendo di fame»). Tutti coloro che l’hanno conosciuta non sembrano troppo convinti della genuinità delle rivelazioni di Nadia, e non lesinano giudizi poco lusinghieri su quella ragazza. C’è Lucio Rota, che pochi anni fa diede in gestione il suo bar vicino Parma alla Macrì e al suo compagno d’allora, e che descrive la ragazza come «violenta», «totalmente inaffidabile», «gran ballista», «una persona da prendere con le pinze». C’è Elisa Alloro, che sulle feste nelle case del premier ha scritto pure un libro, pronta a giurare che la «visita» della Macrì a Villa Certosa, a Pasqua 2009, finì ingloriosamente con la cacciata di Nadia, «violenta», che aveva litigato con la compagna di stanza. L’ex fidanzato Marco Caroli è ancora più diretto. «Lei voleva entrare in contatto con personaggi famosi. E sfruttarli. Ricattarli», dice su Nadia, e aggiunge: «Aveva in testa il Cavaliere. E sapeva, o immaginava di sapere, come colpirlo». Stessa musica dall’ex marito, Tony Di Bella, che a novembre, all’Ansa, ha sparato a zero sulla madre di suo figlio: «Nadia Macrì è una grande bugiarda, una donna irrequieta, insoddisfatta della vita, che cerca solo pubblicità». Una donna che «ci maltrattava fisicamente: sia me che il bambino». Come è noto, la Macrì fu arrestata per maltrattamenti sul figlio. Assolta in primo grado, è in attesa dell’appello. Di quella «disavventura», Nadia ha anche parlato nell’interrogatorio con i pm di Palermo dello scorso 26 ottobre, quello che ha dato «notorietà» a lei e alle sue storie. Al pm che le chiede come mai fosse stata arrestata, la Macrì risponde: «Sì, per maltrattamenti su mio figlio, però sono stata assolta perché non ci sono prove, comunque alla fine sono stata assolta perché non sono una buona madre, va beh, a quell’epoca ero giovane, tiravo molto di cocaina, ero in depressione post parto, cioè non stavo bene».
E il verbale palermitano, poi girato alla procura di Milano per competenza territoriale mostra anche un’altra faccia di Nadia, astiosa contro Berlusconi manco militasse nell’Idv, e che scherza con i pm, chiedendo a uno dei magistrati che le ricorda di dire la verità «lei come fa a sapere che io dico la verità?». Poi inanella a verbale una serie di interessanti riflessioni sul Cav, che «per me, non vale niente proprio». Dice di essere stata pagata da lui personalmente, «con i nostri soldi, capito? Noi paghiamo le tasse e lui le fa le tasse». Non fosse chiaro, ribadisce dopo poche righe: «Lui con i suoi discorsi, trallallà, da Hitler, perché per me è così la storia, e poi io ero lì per i soldi non è che io sono una fan di Berlusconi, per me lui sbaglia, sbaglia parecchio perché per me lui deve fare il presidente, non deve fare queste cose qua, cioè lui è il primo mafioso perché secondo me...». Anche a verbale le date non tornano. Il festino a Villa San Martino sarebbe avvenuto «sempre prima di aprile», e dunque non il 24 aprile, come la Macrì ha detto da Santoro.

D’altra parte che la memoria le faccia qualche scherzo lo ammette lei stessa, quando i pm le chiedono il nome di un «pierre» per cui aveva lavorato a Milano. Nadia si sforza, ma non ricorda come si chiama, «mi dimentico le cose io». I pm insistono: «Invece le deve ricordare». Lei taglia corto: «Troppa cocaina...».

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