Assen non ferma i tre della croce rossa

Melandri, Capirossi e Rossi in coro: «È stata dura, ma questi punti in classifica ci serviranno»

Nanni Scaglia

da Assen

Immensi, anche nel giorno del dolore. «Più che piloti, Melandri, Capirossi e io sembravamo reduci di guerra», sintetizza perfettamente Valentino Rossi, ottavo al traguardo nonostante la frattura del pisiforme della mano destra, conseguenza di una brutta caduta a 193 orari nelle prove di giovedì. Ma altrettanto eroici, come direbbe il dottor Claudio Costa, il medico che con le sue cure fisiche e morali ha permesso loro di essere in pista comunque, sono stati Marco Melandri (7°) e Loris Capirossi (15°), entrambi debilitati dal terribile incidente di sette giorni fa. «Mi sento come se fossi stato picchiato da Tyson», dirà Melandri un attimo dopo aver tagliato il traguardo, mentre perché Capirossi ritrovi la forza per parlare bisognerà aspettare un bel po' di tempo: «Ne è valsa la pena». Così, anche nel giorno del successo di Nicky Hayden, sono sempre i piloti italiani i protagonisti di una corsa caratterizzata dagli infortuni, con Rossi, Melandri e Capirossi malconci, Toni Elias e Sete Gibernau a casa con una clavicola lussata o addirittura fratturata.
«Sinceramente - rivela Rossi - venerdì ho pensato seriamente di tornarmene a casa, perché quando mi sono alzato dal letto, avevo tanti dolori che mi sembrava di aver dormito sotto la ruota di un camion, la mano era gonfia come un pallone e non riuscivo a guidare, tanto che ero ultimo e staccatissimo».
Ma ci ha pensato il dottor Costa a risolvere una situazione che sembrava disperata. Con la fisioterapia, con un bendaggio innovativo, con quattro punture antidolorifiche e una manopola modificata, Rossi non solo ha potuto effettuare la gara, ma l'ha anche portata a termine in modo più che dignitoso. La gara è stata tutta una sofferenza, ma Rossi ha trovato anche il modo per divertirsi. «Nei primi giri ho patito, ma quando gli antidolorifici hanno iniziato a fare effetto, ho addirittura disputato una gara più all'attacco che in difesa. Se non fossi partito così indietro, avrei anche potuto lottare con Roberts per il quinto posto. Per me è una grande soddisfazione: ho superato bene una prova per me nuova, sopportando senza dire bah un sacco di punture nel polso destro».
Una prova coraggiosa, quella di Rossi, così come quella di Melandri, arrivato in Olanda con segni evidenti sulla faccia, sul collo e sul corpo della terribile caduta di Barcellona. Suonato come un pugile, Marco ha comunque prima disputato prove più che dignitose e poi ha conquistato un settimo posto da grande impresa. «È stata più dura di quanto mi aspettassi - racconta - perché dopo soli tre giri non avevo più forza nelle braccia e nelle gambe e ho rischiato più di una volta di andare dritto. È comunque davvero un grande risultato, soprattutto se penso che cinque giorni fa ero nel letto di un ospedale».
Grande risultato anche il 15° posto di Capirossi: «Un solo punticino, ma ne è valsa la pena perché in un campionato aperto anche un punto può essere utile. Speravo di fare meglio, ma il dolore era troppo intenso: ogni curva come una coltellata al torace, non avevo forza per girare la moto.

Io non mi arrendo mai, anche se so perfettamente che sarà altrettanto difficile domenica a Donington».
Già, perché grazie a questo calendario folle, venerdì si torna in pista per il GP britannico, terza gara consecutiva in tre settimane. Qualcuno nella stanza dei bottoni dovrebbe vergognarsi.

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