Cronaca locale

Assessore preso a testate in Comune

Marco Pirola

Botte da orbi all'assessore con tanto di denuncia e «visita obbligata» al pronto soccorso. Afferrato per il collo, gettato a terra e «giustiziato» con una capocciata che gli ha procurato una lesione al setto nasale. Il tutto per una discussione sull'assegnazione di una casa popolare a Monza che con tutta probabilità gli spettava d diritto tra qualche mese.
Il brutto quarto d'ora per Antonio Marrazzo, responsabile delle Opere Pubbliche e degli alloggi comunali monzesi, inizia attorno alle 10 e 30 di ieri. Nel suo ufficio di piazza Trento e Trieste tutto è tranquillo come ogni venerdì da tre anni a questa parte. L'orario di ricevimento del pubblico vede sempre una piccola folla in corridoio. La segretaria al suo posto dietro la scrivania. Ma non è un venerdì qualunque. Almeno per L.M., 35 anni, 2 figli, pregiudicato per reati contro il patrimonio, milanese, ma residente a Monza. Si presenta dall'assessore per risolvere un problema legato all'assegnazione di una casa popolare. È con il figlioletto più piccolo di pochi mesi. Per l'assessore un normale colloquio come tanti altri ne ha avuti in questi anni da quando si insediato come esponente di spicco della giunta di sinistra. Ma questa volta la discussione sulla titolarità o meno nell'avere la casa popolare degenera ben presto in lite. Una scintilla. «Devi darmi la casa, ne ho bisogno». Parole sempre più grosse alla segretaria che cercato invano di calmare l'uomo.
Gesti sempre più vicini al contatto fisico. Poi improvvisamente l'uomo afferra per la gola l'assessore e lo scaraventa a terra. Urlando come un forsennato continua a scuoterlo e infine gli assesta una tremenda capocciata.
L'assessore stordito più per la paura che per l'entità del danno rimane a terra. La segretaria sotto choc fugge in corridoio dando l'allarme. L’aggressore invece non si scompone più di tanto. Esce dal comune scendendo le scale principali e si attarda in piazza per fumare una sigaretta. Lì lo trovano i carabinieri arrivati sul posto in massa. Sotto gli occhi incuriositi di centinaia di persone viene caricato su una gazzella e portato nella caserma di via Volturno. Antonio Marrazzo invece è stato soccorso e portato al pronto soccorso dell'ospedale San Gerardo. Lì è rimasto per alcune ore per accertamenti. Alla fine i medici briantei lo hanno dimesso. Per lui una prognosi di 12 giorni per le lesioni al naso per l'aggressore una denuncia per lesioni personali aggravate. L'aggressore è in libertà nonostante le telefonate infuocate e le pressioni del primo cittadino ai carabinieri per ottenere l'arresto immediato.

Ma la legge in questi casi non prevede le manette obbligatorie e Walter Mapelli, sostituto procuratore monzese investito del caso, non ha fatto altro che applicarla.

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