Fabrizio de Feo
nostro inviato a Napoli
«Quella del vitalizio per gli assessori? Una ennesima forzatura del presidente Bassolino che ha voluto gratificare i suoi fedelissimi» dice Luciano Schifone, vicecoordinatore regionale di An, tra i motori dellopposizione in terra campana. «Mi chiedo se sia concepibile un rimborso spese per pochi anni di permanenza nella giunta regionale e farlo pesare sulle spalle dei contribuenti».
Il «benefit» a cui fa riferimento lesponente di An prende le mosse da una legge costituzionale del 99 che riformulò la normativa dei Consigli regionali, prevedendo lelezione diretta del presidente della Regione e regalando ai «governatori» la facoltà di nominare direttamente i membri della giunta. Un rilancio in termine di potere accolto con interesse da Antonio Bassolino che decise di rivolgersi a dodici personalità esterne al consiglio regionale. Per fare questo, però, «o presidente» decise, con una prima delibera, di rendere appetibile lincarico in termini di remunerazione economica. Come? Equiparando lo stipendio degli assessori a quello dei consiglieri regionali. Ma questo era soltanto linizio. Perché con una successiva delibera venne deciso di «nobilitare» ulteriormente lincarico. E così la Campania diventò lunica regione a statuto ordinario a concedere ai suoi assessori un vitalizio parificato a quello dei consiglieri regionali. Una pensione integrativa da incassare una volta compiuto il 55º anno detà. Lentità del trattamento è variabile. Se si rimane in carica per una legislatura si incassa circa 3.200 euro, pari a quasi il 35% dello stipendio base da consigliere. Per ogni legislatura aggiuntiva lassegno mensile sale di altri 2.200 euro.
La generosità della Regione Campania verso i suoi consiglieri e assessori daltra parte è proverbiale. I consiglieri regionali, come retribuzione base, incassano l85% dellindennità dei parlamentari (con circa 3mila euro in più di dotazione per i loro portaborse). Ma praticamente tutti e sessanta i consiglieri hanno incarichi aggiuntivi interni. Il Consiglio regionale della Campania, infatti, ha 18 commissioni. Ciascuna commissione ha un presidente che incassa in più il 15% dell'indennità base; un vicepresidente a cui spetta un 8% aggiuntivo e un segretario con un più modesto 4%. In questo modo già 54 consiglieri (18 per 3) hanno il loro benefit. Ma non è finita qui.
Il menu, infatti, è ancora ricco. Cè il collegio dei revisori dei conti, composto da cinque membri a cui spetta un buon 15% in più dellindennità base in busta paga. E si arriva a 59 consiglieri. Cè lufficio di presidenza, presieduto da Sandra Lonardo Mastella a cui spetta il 20% in più del normale stipendio da consigliere. Accanto a lei siedono due vicepresidenti con una maggiorazione del 15%, oltre a due questori con l8% in più e due segretari, anche loro con l'8%. E con loro il totale sale a quota 66. Non va dimenticato poi che in Consiglio sono presenti 14 gruppi. E a ciascun capogruppo spettano prebende aggiuntive. Il totale quindi arriva a 80.
La morale del discorso è semplice: non solo tutti e sessanta i consiglieri sono beneficiati da voci aggiuntive che rendono la loro remunerazione migliore persino di quella dei parlamentari. Ma alcuni hanno addirittura due incarichi e due «benefit» in busta paga. Una disparità a cui si sta cercando di mettere riparo. Come? Aumentando il numero dei consiglieri. Il giurista Pietro Ciarlo sta, infatti, redigendo una proposta di modifica che punta ad aumentare da 60 a 80 il numero degli eletti alla Regione. Uno statuto innovativo con cui ovviare allo spiacevole inconveniente di avere non una poltrona per due ma, in alcuni casi, addirittura due poltrone per singolo consigliere. Lopposizione di centrodestra è scesa in campo più volte per denunciare le anomalie e i privilegi campani. E si è fatta sentire soprattutto sulla vicenda-vitalizi. «È davvero incredibile che possa godere del vitalizio chi non si è candidato, ma è stato semplicemente nominato dal presidente» dice lazzurro Fulvio Martusciello.
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