Assunzioni e contratti bloccati per sei mesi

La Fials-Confsal: «Ne saranno avvantaggiate le cooperative»

Altro che «superamento delle esternalizzazioni, reinternalizzazione dei servizi e stabilizzazione del personale precario» come vorrebbe far credere la giunta ulivista di Piero Marrazzo e come piacerebbe propagandare all’assessore alla Sanità Augusto Battaglia e all’assessore al Lavoro Alessandra Tibaldi. Per il 2007 non se ne parla di assunzioni dirette, almeno nelle Asl. Anzi, per i primi sei mesi dell’anno e con la possibilità di prorogare la direttiva, l’input categorico che arriva dalla Regione mette lo stop alle assunzioni temporanee, al conferimento degli incarichi, delle consulenze nonché alla mobilità interregionale. E tra i veti che calano dall’alto pure quello sull’assunzione dei vincitori di concorso, ossia di coloro che tra novembre e dicembre sono stati chiamati a superare un apposito esame per approdare all’idoneità fino a essere contrattualizzati a tempo indeterminato. Macché: il lume della stabilizzazione si è spento pure per loro. La giunta regionale proprio a ridosso delle festività natalizie ha licenziato un provvedimento chiaro e ineccepibile (delibera 918 del 21 dicembre 2006) che, impegnando i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere a non rinnovare alcuna tipologia di contratto ad personam, li vincola a gestire tutti i servizi, sanitari e parasanitari che i contrattisti avrebbero ricoperto, usufruendo del personale in organico. Vale a dire che per pulizie, servizi di facchinaggio, di trasporto ma pure infermieristici e ausiliari, a scadenza contratto verranno a mancare quelle figure necessarie affinché la funzionalità dei reparti ambulatoriali e ospedalieri rispetti le normative in vigore. Sembra un’anomalia, a sei giorni dal ciclone mediatico sul «caso Policlinico», parlare di penuria di personale per la pulizia ma è così. Ma è ancora più curioso pensare che solo due giorni fa dall’assessorato alla Sanità è stata divulgata la notizia, meramente propagandistica, che Battaglia, Tibaldi e alcuni alcuni esponenti della Triplice, avevano sottoscritto un accordo per il superamento delle esternalizzazioni dei servizi sanitari. Nello specifico l’accordo avrebbe previsto che «non possono essere esternalizzate, e andranno gradualmente reinternalizzate, nel rispetto delle quote previste, quelle prestazioni erogate direttamente nei servizi ospedalieri e distrettuali a gestione diretta delle Asl che per la loro tipologia si configurano come servizi sanitari, tecnico-sanitari e sociosanitari/ausiliari alla persona». Basta conoscere qualche rudimento amministrativo per dedurre che un accordo del genere non può soppiantare un provvedimento legislativo come una delibera di giunta regionale. Non ci vuole molto però a supporre il senso recondito dell’accordo in seno alla delibera. Starebbe nell’affidamento alle coop dei servizi sguarniti di personale con la regolarizzazione degli operatori sanitari presso le imprese sociali ingaggiate. Una convinzione che avalla il sindacato autonomo della Fials Confsal che vede profilarsi all’orizzonte «un vero e proprio business per le cooperative sociali che si guadagneranno gli appalti di tutti quei servizi con l’utilizzo di una più che palese intermediazione di manodopera - ha sostenuto il segretario regionale Gianni Romano -.

Inoltre siamo davanti a una palese contraddizione: da un lato la responsabilità dei manager di mantenere i livelli standard di pulizia e assistenza con meno personale, dall’altro una inequivocabile cascata di disservizi che ripiomberanno sulle spalle degli assistiti».

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