Atac, un «car sharing» solo per pochi

Un’azienda pubblica che gestisce un servizio riservato esclusivamente a privati, col beneplacito del Comune. Un beneplacito che ammonta a circa 406mila euro e di cui attualmente usufruiscono solo 180 persone. L’azienda pubblica in questione è l’Atac, il servizio è il cosiddetto «car sharing», destinato ad un «club di utenti» che previo abbonamento che dà diritto ad una smart card usufruiscono di una flotta di dieci vetture messe a disposizione dalla società capitolina. Attualmente il servizio è limitato al III municipio, ma entro primavera l’Atac conta di espandersi nel I e nel II. Le vetture - il 30 per cento delle quali è a gas metano - possono sostare gratis nelle aree a sosta tariffata, possono accedere nella Ztl e nelle corsie preferenziali.

«L’interesse dell’amministrazione per il car sharing - si legge sul sito dell’Atac - deriva dal fatto che, se utilizzato su larga scala, contribuisce a ridurre le emissioni di gas inquinanti». Centottanta persone non sono propriamente una «larga scala». Allora qual è l’interesse dell’amministrazione?

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