Laereo rimase senza benzina perché gli indicatori di carburante erano di un altro modello e nessuno se nera accorto; in quel momento cera ancora il tempo per tentare latterraggio a Palermo, ma il pilota scelse di proseguire: così il volo delle vacanze diventò il volo della strage, così il 6 agosto di quattro anni fa lAtr 72 della compagnia tunisina Tuninter partito da Bari e diretto a Djerba, si inabissò al largo delle coste siciliane provocando la morte di 16 persone: 23 riuscirono a salvarsi aggrappandosi ai rottami che galleggiavano.
È quanto emerso dal processo con rito abbreviato che si è concluso a Palermo con 7 imputati condannati e due assolti. Sono tutti tunisini. Complessivamente sono stati sono stati inflitti 62 anni di carcere, dieci a pilota e copilota; ma il giudice ha giudicato colpevoli anche cinque tra dirigenti e tecnici della compagnia. Dinanzi allaula 24 del palazzo di giustizia cerano i familiari delle vittime: indossavano magliette nere con le fotografie dei loro cari. «Proviamo un dolore immenso che non se ne andrà mai, ma almeno oggi abbiamo ottenuto un po di giustizia».
Il terrore a bordo dellAtr 72 è rimasto impresso nella registrazione audio della cabina di pilotaggio, 4 minuti e mezzo che hanno fatto luce sugli istanti prima dellimpatto. «Abbiamo perso entrambi i motori», dice il comandante Chafik Garbi, mentre parla con Palermo controllo. «Vediamo due barche sul lato sinistro, grandi barche, proviamo ad ammarare vicino», è la voce del secondo, Lassoued Alì Keber. «Tocca, tocca il mare», prosegue il comandante che poi invoca Allah. La registrazione si conclude alle 15.38, quando laereo si schianta sullo specchio di mare dinanzi alle coste siciliane.
Il volo della Tuninter decollò alle 14.20 dallaeroporto di Bari con cinque componenti dellequipaggio e 34 passeggeri. Il primo allarme scattò alle 15.24. A bordo fu il panico, poi limpatto. La parte centrale dellaereo rimase a galla e in ventitré, aggrappati gli uni agli altri, si tirarono fuori da quella trappola mortale. Per gli altri non ci fu niente da fare. Le salme, tra cui quella di una bambina di quattro anni, furono riportate a Bari tre giorni dopo con un C130 dellAeronautica militare. LAtr 72 precipitò perché i motori rimasero a secco.
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