«Attaccheremo i curdi in Irak»

da Ankara

La Turchia, dilaniata dal sangue dei suoi «martiri» - 16 giovani soldati negli ultimi quattro giorni, oltre 130 dall’inizio dell’anno - ha dato ai suoi militari il primo via libera, da tempo richiesto, per compiere, «se necessario», un’incursione militare nell’Irak settentrionale per liquidare i «santuari» dei curdi del Pkk, da cui provengono i terroristi che colpiscono in Turchia.
Il sì ai militari è giunto ieri dall’Alto Consiglio per la lotta al terrorismo, riunito sotto la presidenza del premier Tayyip Erdogan, ma dovrà essere confermato dal Parlamento, che tornerà a riunirsi solo lunedì, dopo la festa della fine del Ramadan.
L’esercito turco, secondo il quotidiano Hurryet, ha già sconfinato martedì nel Kurdistan iracheno, aprendo il fuoco contro sospette basi del Pkk. I soldati, scrive il giornale, hanno «schiacciato» un gruppo di 80 ribelli a Sirnak. Le vie di fuga, aggiunge Hurryet, sono state bombardate dagli elicotteri che hanno anche sbarcato unità speciali dell’esercito in punti strategici.


Gli Usa non condividono l’atteggiamento di Ankara. La portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, ha detto ieri che l’amministrazione Bush ritiene il nord dell’Irak «non sia il luogo adatto in questo momento dove possono andare truppe turche».

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