«Attacchi studiati per capovolgere il risultato delle elezioni»

RomaOnorevole Cicchitto, dopo le dichiarazioni lei è passato all'iniziativa parlamentare. Perché la campagna che lei definisce giornalistico-politica del gruppo «Espresso» deve essere oggetto di riflessione nella sede della Camera?
«Dal ’94 a oggi sono stati portati attacchi durissimi contro Berlusconi, in fasi diverse. La linea però è sempre stata la stessa: attaccarlo non sul piano politico, ma su quello mediatico-giudiziario».
Ma lei scrive che ora si è arrivati a un tentativo eversivo.
«L’ultima fase dell’attacco è quella attuale, attinente alla vita privata dal presidente del consiglio. Questa è una novità assoluta nella vita politica italiana».
Cosa è cambiato?
«Non è che nella prima Repubblica non ci fossero vite private complicate. Anzi..».
Per esempio?
«C’erano uomini politici che avevano una vita da viveur, notoriamente c’erano anche ministri democristiani omosessuali. Ma nessuno ha mai cavalcato gli aspetti della vita privata. Era un elemento di civiltà della vita politica italiana. C’erano attacchi durissimi su tanti piani, ma la vita privata non era mai sfiorata».
Bisognerebbe tornare a quel patto tra gentiluomini?
«Dopo i successi di Berlusconi, c’è stato l’accanimento sulla sua vita privata. E ora con l’offensiva del gruppo Repubblica-L’espresso vediamo un salto di qualità in negativo per la politica italiana».
Lei scrive che a questo punto sono a rischio tutti i personaggi pubblici. Perché?
«In una situazione in cui la tecnologia ha fatto un salto di qualità con i telefonini e tutti i nuovi strumenti, noi rischiamo di non discutere più in termini politici, ma in termini di attacchi alla vita privata della persone, con un imbarbarimento del dibattito politico».
Lei parla anche del rischio di ricatto per tutti i politici.
«Può succedere di tutto quando ci si inoltra nel terreno dei materiali deteriori, delle falsità».
Interpella il ministro Alfano per i «metodi illegittimi» dell’inchiesta. Quali?
«Nel caso di questa inchiesta si è incorsi nella violazione del segreto istruttorio, che unito all’evoluzione delle tecnologie crea un meccanismo che potrebbe portare conseguenze negative per tutti».
Può spiegare esattamente perché definisce eversiva la campagna del gruppo «L’espresso»?
«Questa attenzione alla vita privata di Berlusconi vuole mettere in questione un risultato elettorale schiacciante e cercare di introdurre elementi di crisi nella vita politica del Paese».
Un’opera di delegittimazione?
«Questo è il senso preciso dell’operazione, intervenire sulla legittimità degli equilibri politici usciti dalle elezioni e dalle alleanze successive».
Questa campagna stampa potrebbe danneggiare anche l’opposizione, come s’inizia a valutare, perché toglie spazi per idee alternative?
«Sì, il rischio è anche questo. Questo modo di far politica è cavalcato da Di Pietro, che ci si trova a suo agio, ma vediamo il Pd allo sbando su questo argomento. Una parte lo ha appoggiato, pensiamo alle sortite di D’Alema, un’altra parte non vorrebbe cavalcarlo, ma non prende una posizione netta.

I candidati Bersani e Franceschini sono l’emblema del fallimento della sintesi tra anima comunista e anima post-democristiana. E il rischio è che in questa confusione il Pd vada a rimorchio delle spinte peggiori, come quella di Repubblica di queste settimane...».

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