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Attenzione a criticare il lavoro di Woodcock Si rischia una condanna

Finito in mezzo a un'inchiesta su tangenti (poi conclusasi in niente), Gasparri ha chiesto al Csm di intervenire su Woodcock e mettere "fine all’azione dissennata di persone". Il pm se l'è presa ed è scattata la condanna 

Attenzione a criticare  
il lavoro di Woodcock 
Si rischia una condanna

Guai a parlar male di un giudice. Guai a criticare l'operato del pm Hernry John Woodcock. Altro che responsabilità civile delle toghe, qui non si può nemmeno tirare le orecchie a un magistrato. Altrimenti si rischia di prendersi una bella condanna per diffamazione. A finire nel tritacarne giudiziario è stato il senatore del Pdl Maurizio Gasparri che oggi è stato condannato dal giudice monocratico di Roma a pagare mille euro per aver diffamato, nel corso di una trasmissione radiofonica, Woodcock. Niente buffetti, insomma. Ma denaro sonante. Il giudice ha, però, sospeso la pena disponendo il risarcimento dei danni in separata sede e il pagamento di 3mila euro per le spese di giudizio.

I fatti risalgono a otto anni fa. Nel 2003 Woodcock era ancora magistrato in servizio alla procura di Potenza: aveva iscritto Gasparri, al tempo deputato, nel registro degli indagati per favoreggiamento. Accusa basata su un paio di intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito di una inchiesta più ampia sulle tangenti. Insomma, un imprenditore aveva fatto sapere a un'altra persona di essere stato informato da Gasparri sul fatto che il suo telefono era stato posto sotto controllo. Il fascicolo, trasmesso nel giro di pochi giorni per competenza a Roma, venne poi archiviato su richiesta della stessa procura capitolina. Niente di fatto, dunque. Tuttavia l'8 febbraio dell'anno dopo, commentando l’archiviazione dell'inchiesta durante una trasmissione radiofonica della Rai, Gasparri aveva spiegato che, fortunatamente, "era stata spazzata via la farneticante accusa di un giudice irresponsabile di Potenza". Non solo. L'esponente del Pdl aveva, poi, invitato il Consiglio superiore della magistratura e il Guardasigilli a intervenire per mettere "fine all’azione dissennata di persone che calunniano".

Le dichiarazioni di Gasparri non sono passate sotto silenzio. E Woodcock deve essersela legata al dito. Tanto che oggi il pm Pietro Pollidori, nel sollecitare la condanna dell’ex ministro delle Comunicazioni a sei mesi di reclusione, ha definito "esempio emblematico di diffamazione". Invece l'avvocato Bruno Larosa, difensore di parte civile per conto di Woodcock, ha detto che "si sarebbe aspettato delle scuse da Gasparri che nel tempo ha continuato, invece, a insultare il magistrato il quale, nel caso specifico, ha fatto il suo dovere limitandosi a riportare sul registro degli indagati una notizia di reato". La difesa di Gasparri ha, quindi, sollecitato l’assoluzione dal momento che le parole del parlamentare del Pdl rientrano nel diritto di critica. Assoluzione respinta.

E una lezione da imparare: guai a criticare Woodcock. 

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