Almeno si rispetti la madre di Chico Forti

Chico Forti non ha ricevuto alcun trattamento privilegiato allorché gli è stato concesso di fare visita alla madre quasi centenaria

Almeno si rispetti la madre di Chico Forti
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Gentile Direttore Feltri,
Chico Forti abbraccia la madre quasi centenaria che non vede da ben sedici anni e la sinistra si indigna sostenendo che Forti, detenuto, stia ricevendo un trattamento di favore in quanto ha avuto la possibilità di vedere la mamma a Trento, dove la donna abita. Questa sinistra non ha pietà nemmeno di una madre anziana che ha vissuto per anni nel dolore di sapere suo figlio dall'altra parte del mondo, rinchiuso in un carcere da cui è potuto uscire, rientrando in Italia, soltanto ora, dopo 25 anni. Posso dire che a me i progressisti fanno schifo?
Riccardo Lupi

Caro Riccardo,
certo che puoi dirlo. Godi della libertà di critica, di opinione e di pensiero, diritti che piacciono poco ai sedicenti democratici, i quali adottano, come tu noti, sempre due pesi e due misure, a seconda della convenienza, delle circostanze e del momento. In verità, Chico Forti non ha ricevuto alcun trattamento privilegiato allorché gli è stato concesso di fare visita alla madre quasi centenaria, la quale, per via della sua età, come è facile immaginare, per lustri non ha potuto viaggiare verso gli Usa per incontrare il figlio. Infatti, Forti, avendo già trascorso in cella oltre due decenni, cioè quasi 25 anni, ha il diritto di accedere alle misure alternative alla detenzione nonché ad altri benefici che vengono accordati non a lui, cosa che avverrà quanto prima e che auspichiamo vivamente, bensì a tutti i reclusi. Protestare, cosa che ha fatto un sindacato degli agenti della polizia penitenziaria, poiché Chico sarebbe trattato da vip è vergognoso, anzi addirittura indecente. Stiamo parlando di un uomo, la cui colpevolezza è fortemente dubbia, che ha attraversato un vero e proprio calvario e al quale non possiamo negare il diritto di riabbracciare colei che lo ha messo al mondo, la quale, per questioni di salute, non può agevolmente spostarsi.

I due hanno passato quattro troppo fugaci ore insieme, un momento di tenerezza, di amore, di gioia, che non avrebbe mai e poi mai dovuto dare luogo a polemiche e invettive.

Sottolineo che, nel mentre la sinistra se la prende con Meloni che accoglie Forti e con i deputati che si recano a trovarlo presso l'istituto di pena, manifestando così la spiccata indole giustizialista, il deputato Aboubakar Soumahoro raggiunge il carcere di Busto Arsizio per confortare il rapper Baby Gang, immigrato di seconda generazione condannato per rapina e sparatoria, e la medesima sinistra difende l'imputata Ilaria Salis, candidata alle elezioni europee, trattandola da eroina e da martire sulla cui assoluta innocenza non ci è dato di dubitare.

E se Salis venisse condannata in Ungheria, anche in quel caso le sentenze emesse all'estero dovrebbero essere onorate e applicate in maniera tanto severa e intransigente? Insomma, mi domando: qualora Salis venisse condannata in Ungheria per i reati per i quali si trova in carcere

in attesa di giudizio, giornali ed esponenti politici rossi la chiamerebbero «criminale», «picchiatrice», «violenta», «delinquente» o parlerebbero di ingiustizia, persecuzione, ingiusto e inaccettabile martirio?

Al padre di Salis che attacca il governo per questioni politiche, ossia perché la figlia è in piena campagna elettorale, preferisco di gran lunga la composta e canuta mamma di Chico, la quale non ha fatto vittimismo, non se l'è presa con il mondo intero, non ha puntato alla carriera politica per i parenti,

non ha fatto campagna elettorale, ma ha atteso con pazienza di riabbracciare il figlio. E ha atteso non per qualche settimana. Nemmeno per qualche mese. Ma per venticinque lunghissimi anni. Lasciamo in pace questa famiglia.

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