
Sì salvi chi può. Domani i bagnini della Riviera romagnola metteranno per un giorno i sigilli a salvagente, moscone e fischietto innalzando la bandiera rossa dello sciopero. I motivi della protesta galleggiano in maniera piuttosto incerta tra i marosi di una “pausa pranzo abolita” (non si sa bene da chi ndr) e la “mancanza di idonei strumenti (non si sa bene quali ndr) per rendere più efficaci i salvataggi in mare”. Tutto legittimo, per carità. Ma tirare i remi in barca nei giorni clou di agosto non pare proprio, da parte della affannata categoria degli “assistenti bagnanti” (guai a chiamarli bagnini), un’idea che gli procurerà ondate di simpatia da parte dei vacanzieri.
Ma per fortuna c’è un mitico personaggio che va controcorrente: Benito (per gli amici Pippo) Garbisa, 92 anni, leggendario punto di riferimento per generazioni di eroi con la canottiera rossa e la scritta “salvataggio” sul petto o sulle spalle. Pippo Garbisa da quasi un secolo non ha mai smesso pattugliare il Lido di Venezia e lo farà anche sabato. Come ha sempre fatto in tutta la sua lunga e onorata carriera di bagnino (lui è orgoglioso di questa parola, a differenza dei giovani colleghi che la ritengono una diminutio).
La parola “sciopero” fa venire l’orticaria a Pippo: “Ma quale sciopero, un vero bagnino non può mai incrociate le braccia”. E se lui, alla sua veneranda età, dopo aver salvato dall’annegamento decine di bagnanti, rimane ancora stoicamente in spiaggia a sorvegliare i villeggianti, qualcosa vorrà dire. A tutti gli “assistenti bagnanti” che sabato decideranno di non lavorare, fischieranno le orecchie. E il merito sarà del fischietto di Pippo. Che per tanti decenni non si è mai inceppato.